L'ex consigliere regionale va dalla D'Urso in tv: «Rivoglio il vitalizio intero»

Barbara D'Urso
Lui si chiama Fernando D'Amata e fa parte dei 77 ex consigliere della Regione Lazio che si battono assiduamente contro la riforam dell'Amministrazione Zingaretti. Si...

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Lui si chiama Fernando D'Amata e fa parte dei 77 ex consigliere della Regione Lazio che si battono assiduamente contro la riforam dell'Amministrazione Zingaretti. Si tratta della legge 12/2014 che vuole aumentare l'età minima per poter percepire il vitalizio (65 anni) e vuole che per tutti coloro che già percepiscono un vitalizio, il consiglio della Regione Lazio ha imposto un contributo disolidarietà su tutti gli assegni erogati. 


La questione, ovviamente, ha fatto stocere il naso ai 272 consiglieri che percepiscono il ricco vitalizio, tra questi c'è Fernando D'Amata che è intervenuto da Barbara D'Urso a Domenica Live, in qualità di ex amministratore della Dc: "Dall’oggi al domani sono passato da 5.300 a 4.000 euro al mese. Nette o lorde? Nette". Intanto in sovraimpressione scorre la scritta polica: "quattromila euro al mese non mi bastano". Un titolo che ha fatto 'imbufalire' milioni di telespettatori. 


Ma lui, l'ex consigliere D'Amata ha voluto spiegare bene il suo punto di vista: "Noi riteniamo che il provvedimento adottato contenga profili di incostituzionalità - si legge su Ciociaria Oggi -. Il Tar ha respinto il ricorso? No, il Tar ha detto che non è competente in materia e allora noi ci siamo rivolti ad un giudice ordinario. Riteniamo di dover far valere un diritto, perché secondo noi non si possono cambiare le regole in corsa. Vogliamo sapere se possono essere adottate leggi del genere con effetto retroattivo. E poi francamente vorrei essere io a decidere a chi destinare il contributo di solidarietà. Non è una posizione molto popolare in questo momento? So perfettamente che è un tema impopolare, ma il punto è che siamo in uno stato didiritto. Frale altrecose per avere il vitalizio abbiamo corrisposto un contributo del 29%, molto alto. Sono stato assessore regionale all’agricoltura e alla sanità, rispettivamente nel 1992 e nel 1993. E per due mandati ho fatto il consigliere regionale. Sinceramentenon credodipercepire un privilegio. La normativa era chiara e tutti lo sapevano", ha concluso. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino