Autonomia, domani vertice a palazzo Chigi. Sindacati della scuola in agitazione

Autonomia, domani vertice a palazzo Chigi. Sindacati della scuola in agitazione
ROMA Domani a palazzo Chigi, vertice sull’autonomia convocato da Giuseppe Conte con i due vicepremier Di Maio e Salvini e i ministri Lezzi e Stefani. Sul piede di guerra i...

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ROMA Domani a palazzo Chigi, vertice sull’autonomia convocato da Giuseppe Conte con i due vicepremier Di Maio e Salvini e i ministri Lezzi e Stefani. Sul piede di guerra i sindacati della scuola. L'associazione sindacale Anief conferma la «sua netta contrarietà» alla regionalizzazione della scuola e, alla luce della riunione di governo convocata per domani sull'autonomia, annuncia «fin da adesso che raccoglierà le firme per un referendum abrogativo e metterà a disposizione dei governatori delle altre regioni non coinvolte il proprio ufficio legale per impugnare l'eventuale norma in Consulta e farla dichiarare incostituzionale». Domani - ricorda l'Anief - è prevista «una nuova riunione sull'autonomia, che per il Carroccio potrebbe essere decisiva. Soprattutto per la scuola, sulla quale i pentastellati continuano a non essere convinti, perché sanno bene che verrebbe meno l'unitarietà della scuola, calpestando anche l'accordo del premier Giuseppe Conte di fine aprile con i sindacati e le indicazioni del Dipartimento per gli affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ancora di più perché l'autonomia differenziata nel capitolo Scuola del contratto di Governo non c'era». Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che «le due sentenze della Corte Costituzionale, la n. 107/2018 (sulla L. regione Veneto) e la n. 6/2017 e 242/2011 sulla Legge Trento 5/2006, hanno messo in evidenza i rischi di disposizioni incostituzionali, in un caso sulla materia dei servizi per l'infanzia, di competenza esclusiva delle regioni, e nell'altro sul reclutamento del personale. Quindi, la Consulta è già intervenuta con la dichiarazione di incostituzionalità, a riprova di quanto sia facile scrivere norme che sembrano utili e funzionali, ma poi nella realtà irrispettose dei principi fondamentali della madre di tutte le leggi italiane».
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Il Gazzettino