La incontrava in un bar di via Roma, a Fossano. Tutte le sere prima di far ritorno in carcere, dopo il lavoro. Aveva una relazione Johnny lo Zingaro, al secolo Giuseppe Mastini,...
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Qualche parola, un gesto, uno sguardo fuori da quelle sbarre che, tutti i giorni, gli ricordavano gli errori del passato. A tre giorni dalla fuga in taxi fino alla stazione ferroviaria di Genova Brignole, dove le tracce di Johnny lo Zingaro si perdono, l'appello del suo legale, l'avvocato torinese Enrico Ugolini, sembra caduto nel vuoto. «Mi auguro che il mio cliente rientri e spieghi perché si è allontanato», aveva detto descrivendo il suo cliente come una persona «dispiaciuta per il passato criminale», ma anche «convinto di avere pagato a sufficienza per i reati commessi». Interrogato il tassista, che alla polizia penitenziaria ha riferito di non avere avuto neppure il minimo sospetto che si trattasse di un evaso né tantomeno di un pluriomicida, le ricerche sono state estese a tutta l'Italia e all'estero.
L'ergastolano del resto potrebbe ormai essere ovunque e avere anche varcato il confine, dal momento che soltanto venerdì sera quando non è rientrato in carcere, ovvero dodici ore dopo che ne era uscito, è diventato ufficialmente un ricercato.
Il Gazzettino