Jobs act, il Pd discute. Guerini: fuori dal partito chi non ha votato la fiducia

Jobs act, il Pd discute. Guerini: fuori dal partito chi non ha votato la fiducia
Soddisfazione per i numeri ma amarezza per quelle che definisce «sceneggiate». E' mattina presto quando Matteo Renzi commenta il voto e la bagarre sul Jobs act al Senato,...

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Soddisfazione per i numeri ma amarezza per quelle che definisce «sceneggiate». E' mattina presto quando Matteo Renzi commenta il voto e la bagarre sul Jobs act al Senato, arrivando alla segreteria Pd a Largo del Nazareno.




La stoccata «Gli italiani sono stanchi delle sceneggiate di alcuni senatori». Dopo il via libera alla fiducia sul Jobs Act al Senato «rimane l'amarezza perché i lanci di libri» contro la presidenza «sono immagini tristi per i cittadini che si domandano che senso abbia». «Noi andiamo avanti», ribadisce.



Le dimissioni di Tocci «Farò di tutto perché Walter Tocci, che è una persona che stimo molto, continui a fare il senatore», risponde a chi gli chiede di commentare la decisione del senatore dem in dissenso dal Pd sul Jobs Act dopo aver votato la fiducia.




La soddisfazione «Ieri i senatori hanno fatto un grandissimo passo avanti», continua. E sottolinea che «il margine» dei voti della maggioranza «è molto forte, 165 a 111: sono molto contento anche del risultato numerico». «Stanotte in Senato è andata molto bene. Mi sembra che stia crescendo il sostegno» al governo «anche in Senato.



Rischio espulsione Il caso dei tre senatori Pd (Casson, Ricchiuti e Mineo) che non hanno votato la fiducia al governo sulla delega al Jobs Act mette in discussione la loro appartenenza al partito. È la constatazione fatta dal vice segretario Lorenzo Guerini, al termine della segreteria del Pd. La posizione dei tre senatori «verrà affrontata dall'assemblea del gruppo Pd al Senato. Credo che il voto di fiducia - ha dichiarato Guerini - sia stato politicamente molto significativo e non partecipare al voto di fiducia credo metta in discussione i vincoli di partecipazione alla comunità politica alla quale si appartiene. Ripeto: se ne discuterà nell'assemblea del gruppo al Senato e poi anche la direzione ne discuterà pacatamente e serenamente. In questo momento ci concentriamo sul risultato positivo raggiunto ieri, ottenuto grazie alla capacità di molti di coniugare responsabilità a appartenenza».
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Il Gazzettino