OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Le lacrime dopo la furia omicida. Taulant Malaj, 45enne di origini albanesi, adesso piange a dirotto. Al punto da non riuscire a proseguire l'interrogatorio, durante l'udienza di convalida del fermo scattato nei suoi confronti. I suoi legali dicono che è disperato per l'assassinio di Gessica, la figlia che lui stesso ha massacrato con venti fendenti al torace, nella notte tra sabato 6 e domenica 7 maggio.
La 16enne è stata uccisa in casa sua, nel comune foggiano di Torremaggiore, mentre tentava di difendere la madre Tefta dalla sua furia.
La relazione con il barista
Per l'accusa è stata la gelosia a scatenare la furia omicida di Taulant: era convinto che sua moglie, dopo la loro separazione, avesse iniziato una relazione proprio con il barista. Sul posto sono intervenuti i carabinieri, avvertiti da una telefonata disperata della moglie, scampata per miracolo alla morte. Giunti sul posto, i militari hanno fermato l'assassino mentre vagava alla ricerca del fratellino di Gessica, un bimbo di soli 5 anni. Interrogato dai pm, nel pomeriggio di domenica 7 maggio, Taulant ha confessato il duplice omicidio.
Il crollo psicologico
«Ha confermato le dichiarazioni rese ai pm domenica pomeriggio - hanno spiegato i legali di Malaj, Michele Maiellaro e Giacomo Lattanzio, al termine dell'udienza di convalida del fermo - e poi si è bloccato in uno stato di choc. Stamattina avrebbe voluto rendere altre dichiarazioni, ma ha avuto un crollo psicologico e ha pianto disperato. Era distrutto per la figlia». Poi, sempre i due avvocati hanno riferito che il loro assistito «Non poteva reggere le domande perché era molto, molto provato. Sta via via prendendo consapevolezza del dramma e della tragedia avvenuta».
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino