Iva evasa per 155 milioni, scoperte 4 organizzazioni che fornivano fatture false alle aziende: sequestri e 135 denunciati

Iva evasa per 155 milioni, scoperte 4 organizzazioni che fornivano fatture false alle aziende: sequestri e 135 denunciati
Iva evasa per 155 milioni, illecite compensazioni del credito d'imposta per 186 milioni, decine di società cartiere intestate a prestanome e utilizzate esclusivamente...

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Iva evasa per 155 milioni, illecite compensazioni del credito d'imposta per 186 milioni, decine di società cartiere intestate a prestanome e utilizzate esclusivamente per la creazione di fatture false: è il bilancio di una serie di verifiche fiscali che la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate hanno concluso nei giorni scorsi e che hanno portato al sequestro di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per circa 200 milioni e alla scoperta di 1.370 lavoratori irregolari. Le verifiche hanno riguardato in particolare 176 società che appartenevano a quattro distinte organizzazioni criminali operanti in Emilia Romagna e Lombardia: sono state denunciate complessivamente 135 persone - per reati che vanno dall'associazione a delinquere alla dichiarazione fraudolenta, dall'occultamento e distruzione di scritture contabili all'omessa dichiarazione, dalla bancarotta al riciclaggio e autoriciclaggio, dall'indebita compensazione alla truffa - di cui 30 sono state arrestate.


Le analisi svolte dagli uomini delle Fiamme Gialle e della struttura antifrode dell'Agenzia delle Entrate, hanno consentito in sostanza di accertare che le società scoperte, con la collaborazione di professionisti compiacenti, creavano crediti tributari fittizi che venivano poi ceduti ad una serie di imprese in modo da compensare i crediti d'imposta. Lo schema utilizzato dalle quattro distinte organizzazioni era sempre lo stesso: venivano create una serie di società cartiere intestate a prestanome senza alcuna struttura organizzativa che avevano il compito di creare fatture per operazioni inesistenti con l'obiettivo di generare crediti d'imposta. A quel punto, i crediti risultati dalle false dichiarazioni venivano ceduti ad altre società, cosiddette beneficiarie della frode, attraverso la stipula di atti pubblici e scritture private autenticate da notai compiacenti. Atti che venivano utilizzati per compensare debiti fiscali o previdenziali. Sia le dichiarazioni fiscali false sia la cessione dei pacchetti di crediti fiscali sono stati predisposti da professionisti che intervenivano in maniera sistematica nel sistema, sia in qualità di certificatori dei crediti Iva sia di depositari della documentazione contabile delle società.
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Il Gazzettino