Insulti i vigili urbani? Oltre alla multa va pubblicato il video di scuse

Insulti i vigili urbani? A Roma oltre alla multa occorre pubblicare un video di scuse
Qualche parola di troppo ai vigili urbani può costare cara: nella maggior parte dei casi, infatti, oltre a elevate sanzioni in denaro, è necessaria anche una lettera...

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Qualche parola di troppo ai vigili urbani può costare cara: nella maggior parte dei casi, infatti, oltre a elevate sanzioni in denaro, è necessaria anche una lettera di scuse. La polizia locale di Roma Capitale, però, ha deciso di andare oltre, approvando una vera e propria gogna social nei confronti di chi insulta gli agenti del corpo: per chiedere scusa serve un video, pubblico e perfettamente visibile sul web.




Il caso, riportato da Repubblica.it, riguarda un'insegnante 32enne che aveva esagerato nelle proteste dopo aver ricevuto una multa e che si è ritrovata la singolare richiesta in una lettera firmata dal vicecomandante Massimo Ancillotti. «Per quanto riguarda il danno provocato con l'oltraggio alla Polizia locale di Roma Capitale, ai fini della riparazione è necessario che l'indagata pubblichi un video di scuse, attenendosi al rispetto delle indicazioni sotto riportate», si legge nella raccomandata spedita alla donna. Le indicazioni sono piuttosto rigide: il video deve essere visibile a tutti per almeno due settimane e pubblicato solo su determinate piattaforme di condivisione.

Facebook e Twitter, ad esempio, avendo la possibilità di limitare agli amici la visibilità del video, non sono tra queste. Nella lista, invece, compaiono YouTube, MySpace e Megavideo. Il filmato deve durare almeno 30 secondi e seguire un determinato schema: "Io sottoscritto ... con riferimento al procedimento penale a mio carico per oltraggio a pubblico ufficiale n. ..., esprimo profondo rincrescimento per il comportamento tenuto nelle vicende per le quali sono indagato". Poi le "più sentite scuse per le frasi proferite nell'occasione" e "l'apprezzamento per il lavoro quotidianamente svolto" dalla polizia locale a favore della cittadinanza. La donna, insieme all'avvocato, sta valutando un possibile ricorso nei confronti di una sanzione piuttosto insolita.

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Ad ogni modo, sembra che l'usanza sia in voga da tempo e che non risparmi neanche i politici locali. Un anno fa la stessa sorte era toccata a Emiliano Bono, consigliere di centro-destra al III Municipio della capitale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino