Ingegnere detenuto in Costa d'Avorio, Tajani: «Massimo impegno per il caso»

Maurizio Cocco con la moglie
 Il ministero degli Affari esteri guidato da Antonio Tajani sta seguendo con la massima attenzione il caso dell'ingegnere edile di Fiuggi Maurizio Cocco incarcerato...

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 Il ministero degli Affari esteri guidato da Antonio Tajani sta seguendo con la massima attenzione il caso dell'ingegnere edile di Fiuggi Maurizio Cocco incarcerato dai sei mesi in Costa d'Avorio con l'accusa di traffico internazionale di stupefacenti e riciclaggio.


In una lettera il Ministero degli Affari esteri fa sapere che l'ambasciata ad Abidjan «si è da subito attivata per verificare il buono stato di salute del connazionale mediante una visita consolare al carcere di Abidjan e ha stabilito contatti diretti e regolari con il legale del signor Cocco e con le autorità ivoriane per sollecitare procedure più celeri a garanzia dell'imputato».
L'ambasciata, aggiungono sempre dal Ministero degli Affari esteri «ha effettuato ripetuti passi anche al fine di chiarire i contorni della vicenda e le ragioni alla base del trattenimento del passaporto della signora Giorgilli, moglie del connazionale, con la quale pure il contatto è costante».


La vicenda è delicata e il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, si fa sapere a Il Messaggero, «sta seguendo con la massima attenzione ed impegno, coerentemente con la priorità che il Ministro Tajani e la Farnesina annettono all'assistenza dei connazionali all'estero. Attraverso l'Ambasciata verranno effettuati ulteriori passi nell'azione di sensibilizzazione e assistenza consolare».
L'azione dell'ambasciata italiana in Costa d'Avorio finora non è bastata a fare passi avanti per la risoluzione del caso. L'ingegnere Cocco si trova in carcere da sei mesi e in tutto questo lasso di tempo è stato interrogato alla presenza del proprio legale soltanto una volta, tre mesi dopo l'arresto. In una situazione del genere resta difficile difendersi.

IL PASSAPORTO SEQUESTRATO

Non sembrano aver sortito alcun effetto nemmeno i tentativi che, stando a quanto riferisce il Ministero degli Affari Esteri, avrebbe fatto l'ambasciata per chiarire la situazione della moglie dell'ingegnere alla quale da agosto è stato sequestrato il passaporto. Proprio nei giorni scorsi l'autorità giudiziaria ivoriana ha respinto la richiesta per la restituzione del documento che consentirebbe alla donna di tornare in Italia dove, peraltro, deve sottoporsi con una certa urgenza ad un intervento chirurgico. La Assunta Giorgili, pur non essendo indagata, è bloccata nel paese africano senza conoscere le motivazioni del sequestro del suo passaporto.
Anche la vicenda giudiziaria dell'ingegnere, con il passare del tempo, si fa sempre più confusa e assurda. L'accusa di traffico internazionale di droga, per la quale era stato arrestato a fine maggio, sembra essere decaduta. Le uniche prove sul suo presunto coinvolgimento consistevano nel fatto che aveva frequentato la stessa zona dei narcotrafficanti. Zona nella quale si trova il suo studio. Ora, a quanto pare, resta da chiarire la questione del presunto riciclaggio. Cocco ha eseguito dei lavori per conto di un imprenditore francese dalle lontane origini ciociare, tale Domenic Amata. I lavori sono stati pagati in minima parte con assegni, la restante più cospicua in contanti. A provarlo, oltre al cantiere, ci sono le fatture e le dichiarazioni rilasciate in banca al momento del deposito. L'imprenditore, anche lui arrestato, però nega di aver dato questi soldi all'ingegnere di Fiuggi. Forse perché teme che gli si chieda conto della provenienza di quel denaro. Il signor Cocco da settimane attende un confronto all'americana con l'imprenditore francese.


Pierfederico Pernarella
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Il Gazzettino