Ha lasciato il mandato difensivo l'avvocato Paolo Sevesi, che rappresentava i familiari e un amico di Imane Fadil, una delle testi chiave del caso Ruby morta in circostanze...
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L'avvocato, che rappresentava fino a stamani i fratelli, la madre e un amico di Fadil (quest'ultimo è la persona che ospitava la ragazza dallo scorso autunno) ha chiarito ai cronisti in Procura che la sua linea è sempre stata quella di seguire passo passo le indagini del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dei pm Luca Gaglio e Antonia Pavan, che stanno cercando di fare luce sulle cause della morte della 34enne. Lo stesso difensore ha più volte manifestato la «speranza» che dagli accertamenti emerga che la modella non sia stata avvelenata. E ha raccontato che Imane già l'11 gennaio scorso, tre giorni prima dell'udienza sul caso Ruby ter in cui venne estromessa da parte civile nel processo a Berlusconi e altri, gli aveva inviato un messaggio dicendogli «oggi non mi sento bene». E poi anche il giorno dell'udienza si sentiva male. Fu ricoverata il 29 gennaio all'Humanitas. Dall'altro lato, invece, i familiari di Fadil hanno più volte ribadito la necessità di indagare per arrivare «alla verità» e trovare il presunto colpevole dell'avvelenamento.
Nel frattempo, gli inquirenti stanno aspettando gli esiti delle analisi del Centro ricerche Casaccia dell'Enea da cui dovrà arrivare la conferma sull'assenza di radioattività nei tessuti degli organi prelevati due giorni fa.
Il Gazzettino