Coronavirus, Ilaria Capua a DiMartedì: «Seconda ondata? Rischio c'è, ma dipende da noi»

Ilaria Capua
«A oggi non abbiamo informazioni sul virus, possiamo dire poco. Ci sono 10mila sequenze di cui 40 italiane, come mai queste sequenze italiane non si...

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«A oggi non abbiamo informazioni sul virus, possiamo dire poco. Ci sono 10mila sequenze di cui 40 italiane, come mai queste sequenze italiane non si pubblicano?». A sollevare il pesante sospetto sulle possibili mutazioni del virus è Ilaria Capua che ieri era fra gli ospiti collegati con Giovanni Floris a DiMartedì in onda su La7. 


SEQUENZE ITALIANE MAI PUBBLICATE
La virologa ha spiegato che è importante avere una visione glogale: «È una faccenda sulla quale molti colleghi si interrogano: come mai queste sequenze italiane non si pubblicano? È importante avere una fotografia globale di come questo virus si muove, altrimenti non potremo mai combatterlo ad armi pari. C'è bisogno di studiarlo con tutte le forze che abbiamo». Un interrogativo che per ora rimane senza risposta.

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SECONDA ONDATA: IL RISCHIO C'E', MA DIPENDE DA NOI. E SU FASE 2 ITALIA E' IN RITARDO 
Sulla cosiddetta Fase 2 la Capua ha spiegato che l'Italia «è un po' in ritardo». Non c'è ancora un'idea chiara di come si sia diffuso il virus nel nostro Paese. «È chiaro che questa è una malattia multifattoriale - dice -, dipende da tanti fattori. Dipende dall'inquinamento, o dalla rete dei trasporti. E non è detto che l'Italia si trovi ovunque nelle medesime condizioni». E sul rischio di una seconda ondata la Capua ha spiegato in serata al Tg1: «Il rischio esiste, ma dipende da noi, dai comportamenti virtuosi che fino a oggi gli italiani hanno attuato per conterere il virus».

DATI RACCOLTI IN ITALIA CON SISTEMI TROPPO DIVERSI FRA LORO
Ma allora come arrivare alla ripartenza? «Bisogna capire quanti italiani sono entrati in contatto col Coronavirus - dice la virologa -. Quindi un test sierologico rappresentativo su base nazionale. Un test che sarebbe opportuno ripetere dopo una ventina di giorni, così da avere un senso della dinamica della diffusione. Questo perché purtroppo i dati che abbiamo in questo momento, essendo stati raccolti ognuno in modo diverso, con test diversi, non danno un chiaro quadro di ciò che sta succedendo».

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VIRUS NUOVO, MA CONTENIMENTO NON PUO' DURARE PER SEMPRE
Questo virus, aggiunge la Capua, «è completamente nuovo. Non sappiamo come si comporterà, come si evolverà. Ci sono Coronavirus propri dei mammiferi che oltre a dare patologie respiratorie, possono provocare delle gastroenteriti...». E continua: «Bisogna trovare una soluzione che permetta al Paese di ripartire, ma allo stesso tempo usare il buon senso. Questo problema non possono risolverlo gli scienziati, né i politici o i giornalisti. Lo risolveranno le persone. Ormai sappiamo cosa bisogna fare, conosciamo i fattori di rischio. Le norme di sanità pubblica messe in atto funzionano. Dobbiamo essere consapevoli che conviveremo con il virus, come abbiamo imparato a fare. Non significa però che la quarantena dovrà durare in eterno».

 
IMMUNITA' DI GREGGE

E sull'ipotesi di una seconda ondata la Capua spiega intanto che il Covid non è un virus trasmesso da vettori, come a esempio le zanzare che, quindi, non rappresentano un problema (quindi per l'estate non sarà un fattore di rischio). Il problema potrebbe ripresentarsi «se la cosiddetta immunità di gregge non è in grado di arginare la diffusione del virus».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino