Dieci dipendenti dell’Ikea di Corsico, hinterland di Milano, tra cui un dirigente, sono stati licenziati per giusta causa. E altri 22 subiranno sanzioni disciplinari con la...
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Ikea cambia pelle: mobili in leasing, riciclo e ricambi per ridurre impatto ambientale
FURTO E RICETTAZIONE
La tecnica, secondo quanto ricostruito, era semplice: l’etichetta di un elemento di arredo, per esempio uno sgabello, un lampadario o un materasso, veniva tolta dall’oggetto e sostituita con un altro codice a barre che apparteneva in origine a bicchieri venduti a pochi euro. Addirittura pochi centesimi, se si trovavano nei cesti dell’Angolo delle occasioni, lo spazio dedicato ai prodotti a basso prezzo perché datati o un po’ ammaccati. Quando l’oggetto era marchiato con il nuovo prezzo, bastava passarlo in cassa, meglio ancora se quelle self service, con l’aiuto di qualche commesso compiacente girato dall’altra parte. Il gruppo era ben organizzato: chi toglieva il prezzo, chi tagliava l’etichetta del prodotto in sconto e chi consegnava il nuovo oggetto super ribassato nel carrello dei familiari, che uscivano dall’Ikea pagando pochi euro per un ricco shopping. Con questo meccanismo i dipendenti coinvolti, i loro amici e i parenti si portavano a casa un bel lampadario da cinquanta di euro pagandolo con una banconota da cinque. Alcuni oggetti sono stati rivenduti anche su un sito internet. Per questo, alcuni dei dipendenti coinvolti devono rispondere di ricettazione oltre che di furto.
INDAGINE INTERNA
I lavoratori infedeli dell’Ikea di Corsico, che conta quasi 400 addetti tra magazzini, uffici e reparti, sono stati fermati direttamente nei corrodi del negozio.
Il Gazzettino