Identità digitale al via, pin unico per 6 milioni di cittadini entro l'anno

Identità digitale al via, pin unico per 6 milioni di cittadini entro l'anno
Sul progetto del Pin unico, il sistema di indentificazione elettronica che permetterà a ogni cittadino di avere un’unica password per tutti i servizi della Pubblica...

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Sul progetto del Pin unico, il sistema di indentificazione elettronica che permetterà a ogni cittadino di avere un’unica password per tutti i servizi della Pubblica amministrazione, il governo Renzi punta molto. Il sistema, già ampiamente annunciato, sconta qualche ritardo, ma la fase operativa sta per entrare nel vivo. L’intenzione è fornire le credenziali per l’accesso on line ai servizi pubblici (ma non solo) ad almeno dieci milioni di cittadini. Un obiettivo non semplice. Lo «Spid», il sistema pubblico di identità digitale, come in gergo tecnico viene definito il Pin unico, sarà distribuito su base volontaria. Significa che verrà attribuito solo a coloro che ne faranno richiesta. A distribuirlo saranno tre operatori privati che si sono accreditati presso l’Agid, l’Agenzia per l’agenda digitale.


Si tratta di Telecom Italia, Infocert e Poste. Proprio la presenza della società guidata da Francesco Caio, uno degli artefici dello «Spid», nato quando l’attuale numero uno di Poste rivestiva i panni di Mr Agenda digitale, dovrebbero essere una garanzia quanto meno di forte impegno sulla diffusione dello strumento. Poste, per esempio, potrebbe utilizzare, ed è probabile che lo faccia, non solo la sua rete di sportelli per distribuire i Pin, ma anche i postini che potrebbero operare a domicilio. Per incentivare i cittadini a dotarsi dello «Spid», per i primi due anni il servizio sarà gratuito. Solo dal terzo anno si potrebbe essere chiamati a pagare una tariffa, ma questo dipenderà anche dalle politiche commerciali che decideranno i distributori. Il secondo elemento fondamentale per il successo dell’iniziativa, sarà l’utilizzo che si potrà fare del Pin unico. Più saranno i servizi ai quali darà accesso, maggiore sarà l’incentivo dei cittadini ad usarlo. Per il momento sono disponibili circa 300 servizi online forniti da amministrazioni pubbliche come l’Inps, l’Inail, l’Agenzia delle Entrate, oltre a sei Regioni (Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Marche, Friuli Venezia Giulia) e il Comune di Firenze. Un primo gruppo di enti che dovrebbe fare da apripista, almeno nelle intenzioni del governo, ad un’operazione che dovrebbe portare online tutti i servizi della Pa nel giro di 24 mesi (entro la fine del 2017).
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Il Gazzettino