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Circa 12,4 milioni di Green pass rilasciati su 14,6 milioni di dipendenti del settore privato. Ovvero circa l’85 per cento, con 2,2 milioni che invece ne sono ancora sprovvisti. È questa la stima a cui Palazzo Chigi fa riferimento alla vigilia dell’entrata in vigore dell’obbligo di certificato verde per tutti i lavoratori alle dipendenze, pubblici e privati, venerdì 15 ottobre. Una stima che apparentemente non distingue tra le certificazioni rilasciate a seguito di vaccino e quelle che invece dipendono da altre cause, come un tampone negativo o anche la guarigione.
I non immunizzati
Per quanto riguarda gli statali e i dipendenti di enti e amministrazioni locali, la valutazione viene fatta invece dal Dipartimento della Funzione pubblica in termini di vaccinati e non vaccinati porta a quantificare questa seconda platea in circa 250 mila persone, ovvero il 7,8 per cento dei 3,2 milioni di lavoratori totali. Il conteggio prende in esame separatamente i dipendenti pubblici considerati obbligati alla vaccinazione ovvero quelli del servizio sanitario nazionale, delle forze armate e dell’ordine, della scuola e dell’università (anche se in senso stretto non c’è un vincolo giuridico) e quelli che al contrario non hanno un obbligo, poco più di 900 mila tra tutte le altre categorie. Nel primo caso i non immunizzati sono circa 100 mila (il 5 per cento) e comprendono coloro che non possono ricevere il farmaco per motivi di salute.
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Variabilità
I dati relativi al pubblico impiego presentano una grande variabilità regionale. In particolare, il dicastero di Palazzo Vidoni ritiene che i dati più elevati dei dipendenti da vaccinare riguardino la Lombardia (circa 28.000 unità, cioè l’11 per cento del totale), la Sicilia (27.000 unità, poco meno dell’11%) e il Lazio (26.000 unità, circa il 10%).
La presidenza del Consiglio, basandosi sui dati Istat relativi alla popolazione e su quelli sui Green pass forniti anche dal Commissario straordinario, ha realizzato una stima della diffusione del certificato verde anche in altre categorie. Per i disoccupati si contano circa 1,9 milioni di documenti rilasciati su oltre 2,3 milioni di persone, per la popolazione inattiva (ovvero coloro che non lavorano e nemmeno cercano un’occupazione) sono 11,4 milioni a fronte di una platea di 13,5. In entrambi i casi la percentuale diffusione è fissata intorno all’85 per cento, e di conseguenza quella di coloro che il Green pass non ce l’hanno al 15. Ci sono poi i pensionati, che sono oltre 13 milioni con circa 12 milioni di certificazioni (in questo caso l’incidenza è superiore, intorno all’88 per cento) e coloro che si trovano nella fascia di età compresa tra i 12 e i 19 anni, fascia della quale fanno parte 4,6 milioni di ragazzi per la quale risultano 2,3 milioni di Green pass con una percentuale più bassa (69).
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Il quadro
Per completare il quadro della popolazione, volendo supporre che non ci siano sovrapposizioni statistiche (ad esempio tra gli inattivi e i ragazzi di età fino a 19 anni) mancherebbero alcuni milioni di lavoratori autonomi. La sintesi - ancora provvisoria - arriva comunque dai dati della Funzione pubblica che ,dopo aver passato in rassegna le stime dei dipendenti statali vaccinati e non, valuta il numero dei Green pass complessivamente rilasciati in poco meno di 46 milioni su circa 54 (la popolazione totale esclusi i 6,3 milioni di minori di 12 anni): anche in questo caso la quota dei coinvolti sarebbe intorno all’85 per cento.
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