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Tra poco scadrà la validità dei primi Green pass. Chi è stato vaccinato a gennaio-febbraio, tra un paio di mesi si troverà senza certificazione verde, visto che la sua validità è di un anno. A seguire si aggiungeranno tutti gli altri, milioni e milioni di italiani. Appare possibile che l'obbligo di Green pass possa essere eliminato prima di questo evento? No. Alla luce dell'andamento della pandemia in Europa, per l'Italia privarsi di questro strumento nei mesi invernali più duri sarebbe un rischio troppo alto.
Green pass obbligatorio, cosa succede nel 2022
Chi ha criticato aspramente la scelta del Governo italiano di introdurre il Green pass in modo diffuso, ha sempre usato come argomento: gli altri Paesi europei non lo fanno, siamo solo noi italiani a chiederlo ovunque. Oggi sta avvenendo l'esatto contrario: da vari land della Germania all'Austria, solo per citare alcuni esempi, non solo si imita l'Italia, ma visto l'alto numero di contagi e ricoveri, la si supera in rigore, visto che si utilizza quella che i tedeschi chiamano "regola 2G": valgono solo vaccinazione o superamento dell'infezione, il test antigenico non basta. Si tratta di una svolta simile a quella dell'obbligo della vaccinazione tra gli operatori sanitari. L'Italia l'ha adottatata per prima, ora anche il Regno Unito ha deciso di imitarla.
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Obbligo prorogato
Dunque, l'obbligo di Green pass sarà prorogato fino alla primavera, se non addirittura fino a giugno. Bene, ma cosa succede ai milioni di italiani a cui, mano a mano, scadrà la certificazione verde? Prima opzione: ricevere la terza dose (o la seconda per chi era stato vaccinato con J&J).
Le proposte
Su questo però ci sono numerose proposte, a partire dal consulente del ministero della Salute, il professor Walter Ricciardi, per arrivare ad esperti come il direttore di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova, il professor Matteo Bassetti, di rendere più severo (proprio come in Austria) il Green pass, eliminando il test antigenico come terza strada per ottenerlo in forma provvisoria. Con l'andamento odierno della pandemia (in forte crescita in Italia, ma ancora sotto controllo) questa opzione non appare però imminente. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, negli ultimi giorni ha sempre dichiarato: non cambieremo il Green pass. Stesso discorso per la sua durata, visto che c'è chi propone di tagliarla a sei mesi, in modo da convincere gli italiani a rafforzare la protezione con la terza dose. Farlo oggi, significherebbe lasciare all'improvviso milioni di persone senza certificazione e rischia di causare più caos che benefici.
Morale: la cosa migliore da fare, se sono trascorsi almeno 180 giorni dal completamento del vostro ciclo vaccinale e se avete almeno 40 anni (tra i 40 e i 60 dal primo dicembre potete farlo), per proteggere voi e i vostri cari, in questo inverno in cui il virus sta circolando in modo massiccio, è raccomandata la terza dose. In questo modo sarete anche tranquilli rispetto alla scadenza del Green pass.
Il Gazzettino