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Offensiva contro i truffatori del Green pass. Come funziona il trucco per ottenere la certificazione verde anche senza avere superato l'infezione o essere stato vaccinato? I No vax mandano a fare i tamponi una persona consapevolmente positiva che però mostra documenti (tessera sanitaria e codice fiscale) che non sono suoi. Spesso il positivo ingaggiato dai No vax va a eseguire il test, con esito scontato, non in una sola farmacia, ma in varie, sempre con documenti differenti, in modo da far rilasciare il successivo Green pass da superamento dell'infezione a molti No vax.
Green pass senza vaccino: come ottenerlo
Tutto questo sarebbe evitato se chi esegue i tamponi verificasse, insieme alla tessera sanitaria che non ha la foto, anche un documento di identita, ma questo non sempre avviene. I carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazione e sanità) hanno rafforzato i controlli, in alcune regioni del Nord Italia si sono mobilitati per fermare chi aggira le regole. Già dieci giorni il Gazzettino aveva illustrato il sistema del valzer dei tamponi dopo l'allarme partito dal Veneto. L'Ulss di Venezia aveva inviato una circolare ai farmacisti, raccomandando particolare attenzione, proprio per prevenire gli illeciti. Ora è partita un'indagine su vasta scala: i carabinieri hanno deciso di intervenire in seguito all'aumento di segnalazioni di casi di positivi che si sono presentati con il codice fiscale di amici e conoscenti.
Nelle farmacie e nelle strutture dove vengono effettuati i controlli gli operatori sono «tenuti a controllare l'identità delle persone che si sottopongono al test, essendo un trattamento sanitario che si conclude con un referto», ha spiegato il comandante del gruppo tutela della salute dei carabinieri di Milano, Salvatore Pignatelli. Anche in questo caso, così come accade da mesi in tema di manifestazioni e iniziative di piazza, i No vax hanno utilizzato i social e i servizi di messaggistica, soprattutto Telegram, per il «passaparola» nella pratica illecita. Il Nucleo antisofisticazioni dell'Arma ha messo in campo, per l'attività di verifica, undici squadre. Obiettivo è accertare che l'identità delle persone che effettuano il tampone venga verificata con tessera sanitaria, ma anche con documento di identità. «Abbiamo constatato - ha aggiunto il comandante Pignatelli - che a volte, per questioni di rapidità, non veniva riscontrata l'identità della persona, e questo si prestava ad abusi: c'era chi si presentava con la tessera sanitaria di altri». Un modus operandi che può portare ad una serie di azioni illecite compresa quella di sottoporre al test, sia molecolare sia antigenico, persone positive con più tessere sanitarie in diverse farmacie, in modo da far emettere Green pass a nome di soggetti non immunizzati. Una truffa.
Ad oggi, hanno spiegato sempre i carabinieri del Nas, «i punti tampone bloccati sono pochi», in totale dovrebbero essere circa una cinquantina.
Il Gazzettino