Manovra e lavoro, Salvini sfida M5S

Ennesima giornata difficile per la maggioranza gialloverde. Matteo Salvini intende imprimere una accelerazione alla definizione della manovra per il 2020 (che si preannuncia molto...

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Ennesima giornata difficile per la maggioranza gialloverde. Matteo Salvini intende imprimere una accelerazione alla definizione della manovra per il 2020 (che si preannuncia molto difficile), ha iniziato a parlare di choc fiscale e ha convocato le parti sociali al Viminale per un primo scambio di idee. Una mossa non concordata con i 5Stelle che - nel pieno della trattativa con la Ue ultrapreoccupata per i nostri conti pubblici - la interpretano come uno scavalcamento sia di Palazzo Chigi che del ministero del Lavoro tenuto da Luigi Di Maio e tendono a vederla come il classico casus belli che potrebbe portare alla rottura.

Come se non bastasse, ieri è scoppiata un’altra polemica su alcune frasi, diffusa da Fanpage.it. pronunciate da Di Maio durante un incontro con i militanti umbri. Il leader dei 5Stelle parlando ad altri esponenti pentastellati avrebbe spiegato che la Lega non può essere «un nostro punto di riferimento per le campagne elettorali perché io non uso l’aereo di Stato». Una chiarissima stoccata a Salvini che in serata ha fatto diramare una nota durissima minacciando querele dopo aver sottolineato che «i voli vengono usati solo per impegni istituzionali». Una nota che però non ha bloccato l’iniziativa del Pd che, ha annunciato Roberto Morassut, presenterà una interrogazione al presidente del Consiglio «per fare chiarezza sulla correttezza sull’utilizzo di ogni singolo volo».
L’OFFENSIVA TRUMPIANA
La scaramuccia sui voli di Stato lascia il tempo che trova di fronte all’offensiva salviniana sul tema della manovra. Salvini ieri si è mosso a tutto campo. E, come detto, dopo la manifestazione tenuta da Cgil, Cisl e Uil a Reggio Calabria per chiedere il rilancio delle iniziative per il Sud e contro il progetto dell’Autonomia Differenziata che darebbe più poteri alle Regioni del Nord, ha convocato i sindacati al Viminale «assieme ad altri rappresentanti del commercio, dell’impresa e dell’agricoltura per ragionare insieme sulla prossima manovra».
In settimana Salvini conta anche di incassare il via libera in Consiglio dei ministri alle intese sull’Autonomia («Ne manderò una copia a Landini», dice di fronte alle critiche del segretario della Cgil sul Sud) anche se nessun ministro dei 5Stelle ha mai accettato questa tempistica.
Ma è sulle tasse che Salvini lancia il segnale più forte. «All’Unione Europea gli italiani stanno regalando decine di miliardi (e sangue) da anni. Adesso basta. La Lega vuole anticipare la manovra all’estate, non c’è tempo da perdere», ribadisce rilanciando una proposta già avanzata venerdì ma caduta sostanzialmente nel vuoto. «L’Ue non ci faccia la morale, giù le tasse con buonsenso», aggiunge Salvini.

Il ragionamento leghista è questo: se anche si destinassero al taglio del deficit 2019 i tre miliardi di risparmi da Reddito di Cittadinanza e Quota 100 il problema sarebbe solo rinviato all’autunno. Il problema infatti è la manovra per il 2020, quando non solo si dovrebbero trovare 23 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva (che al momento è legge) ma l’Ue ci chiederebbe una correzione dei conti ancora più cospicua perché ritiene che il deficit 2020 stia andando molto oltre quanto concordato nel dicembre 2018. Allora, secondo la Lega, sarebbe più opportuno chiedere all’Ue di rinviare la sua decisione sulla procedura d’infrazione a dopo l’estate mentre l’Italia elabora una grande manovra con misure «shock». Anzi, «trumpiane», come dice Salvini.
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Il Gazzettino