Crisi governo, cosa succede ora? Elezioni, le date utili

Salvini apre la crisi di governo: «La maggioranza non c'è più, andiamo al voto», ha detto il vicepremier della Lega. Ma cosa succede...

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Salvini apre la crisi di governo: «La maggioranza non c'è più, andiamo al voto», ha detto il vicepremier della Lega. Ma cosa succede ora? Il passo successivo è che il presidente del Consiglio Conte salga al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella probabilmente lo rinvierà quindi in Parlamento per certificare con un voto la fine della maggioranza. In alternativa il Capo dello Stato può accettare subito le dimissioni di Conte aprendo una crisi extraparlamentare.  


Crisi di governo, l'ipotesi di un Esecutivo ponte fino alle elezioni

LE CONSULTAZIONI
Una volta certificata in via parlamentare o extraparlamentare la fine del governo M5S-Lega, Mattarella aprirà le consultazioni per verificare se vi sia un’altra maggioranza possibile, convocando prima i presidenti di Senato e Camera e poi via via i senatori a vita e i rappresentanti dei vari gruppi parlamentari. Senza una maggioranza possibile, il Capo dello Stato non potrà fare altro che sciogliere le Camere indire nuove elezioni.

LE ELEZIONI
Come date più probabili del voto anticipato vengono date le domeniche del 13 o del 20 ottobre. Certezze ovviamente non ce ne sono. Se non una: le elezioni si svolgono in una data fra i 45 e i 70 giorni dallo scioglimento delle Camere. Il 13 o 20 ottobre presuppongono una crisi piuttosto rapida, con scioglimento delle Camere verso la fine di agosto. Nessuno però può affermare che questo sia lo scenario più probabile.



LA MANOVRA
Il voto a ottobre di fatto precluderebbe il varo di una finanziaria entro il 31 dicembre perché le nuove Camere non potrebbero essere convocate prima di dicembre. Anche ammesso che un nuovo governo possa essere già pronto ci sarebbero solo una trentina di giorni per le due fiducie e il varo della manovra per il 2020. Probabile a quel punto l'aumento dell'Iva per 23 miliardi previsto dalla Finanziaria dello scorso anno.

L'IPOTESI GOVERNISSIMO

In via ipotetica, le forze politiche più “responsabili” (o più prosaicamente, preoccupate all’idea di votare) potrebbero dar vita a un esecutivo di larghe intese o ponte, che dir si voglia, che gestisca gli affari correnti e soprattutto realizzi la manovra d’autunno, prima di portare il paese a votare. Naturalmente non ne farebbe parte la Lega, che ha provocato la rottura e anzi teme questa soluzione al pari di Fratelli d’Italia, ma potrebbero per ipotesi aderirvi da M5S al Pd a Forza Italia. Che sono poi gli stessi partiti che avrebbero più da perdere in caso di elezioni, ma sono anche quelli che si ritrovano nel comune voto a favore della nuova presidente della Commissione Ue, von der Leyen. Come a dire che sarebbe un esecutivo di rapporti distesi con Bruxelles. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino