ROMA Dov'è la casa del centrosinistra? L'ultimo domicilio conosciuto è in piazza Santi Apostoli, luogo sacro all'Ulivo, scelto ieri da Giuliano Pisapia,...
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«Da soli», è la premessa, «non si va da nessuna parte e vince la destra». Pisapia elenca subito le cose da fare, cose «di sinistra», e invoca una «discontinuità netta». Al suo emisfero malato di leaderismo propone di mettere via «ripicche e personalismi», perché «la politica non è avere tanti like». Quanto all'agenda: ius soli, migranti, politiche per la casa. Soprattutto: «Abolire l'Imu sulla prima casa per tutti è stato un errore - dice secco - così come cancellare l'articolo 18». Quanto al fisco, sfodera la carta della patrimoniale: «Non meno tasse per tutti, chi ha di più paghi di più. Questa è giustizia sociale. Spostare oneri fiscali sui patrimoni, una riflessione seria, dicendo agli italiani la verità».
All'appello rispondono circa 5 mila romani graziati dall'afa, mischiati al popolo del primo sabato dedicato ai saldi. Facce sorridenti, palloncini arancioni, tante bandiere rosse. Quasi una rimpatriati ma fischi tutte le volte che il nome di Renzi viene pronunciato. Ovazioni invece per Massimo D'Alema che accoglie l'invito ma non sale sul palco.
PIEDE GIUSTO
«Siamo partiti con il piede giusto, costruire un nuovo soggetto politico, ora si tratta di allargarlo», fa in tempo a dire prima di essere preso d'assalto dalle tv. «Confronto con il Pd? Se noi avremo un grande successo come spero ne parleremo dopo le elezioni anche con il Pd per spingerlo a tornare una forza che vuole fare il centrosinistra. Che non è una parola ma è la politica. E andremo ognuno con una sua piattaforma». E quando qualcuno gli chiede, con riferimento all'Ulivo, se la piazza è «importante», ecco che nel suo stile inconfondibile la battuta: «Certo è dedicata agli Apostoli».
All'happening del duo Pisapia-Bersani, hanno risposto la presidente della Camera Laura Boldrini, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, Gianni Cuperlo, Cesare Damiano, Michele Meta, il costituzionalista Valerio Onida.
LA METAFORA DI CUPERLO
La sinistra dem ha scelto il suo profilo più mite. «Siamo un po' come il genio civile chiamati a intervenire quando si è sulla soglia del disastro», è la metafora usata da Cuperlo. Mentre Orlando, che ha seguito dall'inizio alla fine tutti gli interventi, ha usato toni anche più lievi. «Credo che sia importante non stare sulla strada delle recrininazioni o degli elementi che possano dividerci. Dobbiamo essere il Vinavil contro il pericolo delle destre».
Ecco, se in molti hanno lamentato la tendenza al rito, al ripetersi di un identico copione.
Il Gazzettino