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I consulenti italoamericani al lavoro sul caso di Giulia Di Sabatino avanzano una prima ipotesi su ciò che potrebbe essere successo quella notte del primo settembre 2015 e sostengono che la 19enne di Tortoreto, in provincia di Teramo, possa essere stata «uccisa altrove, fatta a pezzi e poi lasciata in autostrada per depistare». E’ quanto sta emergendo dalle ulteriori indagini della EmmeTeam, la società che si sta occupando su incarico dei genitori di Giulia di trovare le eventuali prove che possano confermare la tesi dell’omicidio, quella sempre sostenuta da mamma Meri e papà Luciano, a sostegno di una nuova istanza di riapertura delle indagini.
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I consulenti si sono concentrati anche su tracce di due differenti Dna, uno maschile e l’altro femminile, che già in passato i Ris avevano individuato proprio sulla maglietta della ragazza ritrovata morta sull’A14. «Al momento tuttavia non esiste ancora alcuna relazione scritta», tiene a precisare l’avvocato della famiglia, Antonio Di Gaspare. Perché è da lì che si dovrà partire, quando tutto verrà messo nero su bianco, per l’istanza di riapertura del caso da presentare alla Procura che già si sta iniziando a preparare dopo la perizia, ancora in corso, da parte della EmmeTeam fatta sulle foto dei resti del corpo della povera Giulia. Un lavoro cartaceo poiché neanche l’autopsia, all’epoca, viste proprie le condizioni di quei resti sui quali erano passati sopra i mezzi pesanti che transitavano in autostrada, ha permesso di stabilire la causa del decesso. Oggi, invece, i nuovi consulenti italoamericani sostengono che quei resti siano «compatibili con una lama rotante tipo una trebbiatrice o il trituratore di rifiuti».
Intanto sono oltre 3mila i file cancellati dopo la morte della 19enne dal suo cellulare e dal computer che gli stessi esperti sono già riusciti a recuperare. Un lavoro che qualcuno, però, ha messo in dubbio. Pochi giorni fa, infatti, il programma Le Iene ha dedicato un intero servizio proprio a EmmeTeam, mettendo in discussione le loro tecniche. Durante il servizio sono stati intervistati anche alcuni personaggi noti, tra i quali la criminologa Roberta Bruzzone, che è anche consulente dei familiari di Giulia, e dice di aver avuto un'esperienza negativa. Anche Selvaggia Lucarelli se n’è occupata tempo fa in modo critico.
Il Gazzettino