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Una carezza agli agricoltori sul piede di guerra: «Capisco le proteste, l’agricoltura è in un momento molto difficile». Poi la chiamata alle armi in vista del voto di giugno: «Le prossime elezioni europee fanno la differenza». Non sale sul trattore Giorgia Meloni. Però parla e si fa capire dal popolo dei forconi che da settimane anche in Italia minaccia proteste di massa contro l’Ue matrigna e le sue regole eco-friendly ma nemiche di chi coltiva i campi. Nel giorno in cui la maggioranza trova a fatica la quadra sull’esenzione Irpef per i piccoli proprietari agricoli, dopo un lungo tiro alla fune tra Mef e Parlamento, la timoniera di Palazzo Chigi rompe gli indugi e mette la firma sulla causa contadina. «Se qualcuno ha pensato di salvare l’ambiente contro gli agricoltori e non con loro non sa di cosa parla», tuona la presidente del Consiglio che per l’occasione torna in casa Mediaset, intervistata dal Tg5.
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Eccolo, il contropiede della leader della destra italiana nel derby fra Lega e Fratelli d’Italia per conquistarsi il favore degli elettori agricoli. Un bottino ghiotto per le Europee di giugno. E infatti il messaggio di Meloni è chiarissimo e rivolto proprio alla grande ordalia Ue.
IL BILANCIO
C’è spazio per un bilancio sui conti. L’opposizione attacca e ricorda «i nodi al pettine» del governo, fra questi «l’emergenza salari, con le retribuzioni ferme al palo e i patrimoni delle famiglie italiane erosi dall’’inflazione, insieme ai contratti scaduti per milioni di lavoratori», è l’affondo del dem Marco Sarracino. «L’opposizione fa il suo lavoro, è più nervosa della maggioranza», replica a distanza Meloni convinta che aver concentrato su pochi capitoli la manovra - reddito delle famiglie, salari e aziende - abbia pagato: «Abbiamo un record di occupazione femminile e contratti stabili». Qualche nervosismo in maggioranza c’è in questo clima pre-elettorale - vedi il blitz della Lega ieri per riproporre al Senato un emendamento sul terzo mandato del governatore veneto Luca Zaia, contraria FdI - Meloni però smorza: «Alla fine troviamo sempre le soluzioni insieme. Ci sono sfumature diverse che considero un valore aggiunto. Altrimenti saremmo un partito unico».
Il Gazzettino