Milano, Giardiello interrogato in carcere. «Forse ha finto i malori per non parlare»

Milano, Giardiello interrogato in carcere. «Forse ha finto i malori per non parlare»
Dopo due tentativi andati a vuoto, oggi Claudio Giardiello - che giovedì in Tribunale ha ucciso il giudice Fernando Ciampi, l'avvocato Lorenzo Claris Appiani e Giorgio Erba e...

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Dopo due tentativi andati a vuoto, oggi Claudio Giardiello - che giovedì in Tribunale ha ucciso il giudice Fernando Ciampi, l'avvocato Lorenzo Claris Appiani e Giorgio Erba e ha ferito il nipote Davide Limongelli e il commercialista Stefano Verna - potrà spiegare il perché del suo folle gesto.




È slittato a questa mattina alle 10 nel carcere San Quirico di Monza, l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Patrizia Gallucci, alla presenza del pm Franca Macchia. I due magistrati ci avevano già provato sabato. Impossibile, però, parlare con Giardiello, perché a pochi minuti dall'inizio dell'udienza è svenuto. E quando si è riavuto, era confuso, farfugliava e ha scambiato per parenti i magistrati e il suo avvocato Nadia Savoca. Anche nella caserma dei carabinieri di Vimercate, dov'era stato portato giovedì scorso dopo l'arresto, si era sentito male. Difficile capire se si tratti di veri malori o di simulazioni.











Anche per questo il gip, che trasmetterà il fascicolo alla procura di Brescia, dovrebbe depositare un'istanza, non è ancora agli atti, per chiedere ulteriori accertamenti medici e una valutazione psichiatrica. Il sospetto è che Giardiello possa puntare alla dichiarazione di infermità mentale che gli garantirebbe di uscire dal carcere.



E mentre infuria la polemica sulla sicurezza del Palazzo di Giustizia affidata alla vigilanza privata, questa mattina ci sarà l'autopsia sui corpi delle tre vittime. Nel frattempo migliorano le condizioni dei feriti. Il nipote del killer Davide Limongelli è parzialmente cosciente, anche se non è ancora fuori pericolo. «Davide è un miracolato», dice la mamma del ferito, che è la sorella di Giardiello. Con lei, nella sala d'aspetto dell'ospedale Niguarda, c'è anche la figlia. «Non vedevamo Claudio da tempo – dicono – era cambiato. Davide era in Tribunale per collaborare con la giustizia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino