Lega, sindaco arrestato. M5S: «O noi o le tangenti». Salvini: «I pm li aiutano»

dal nostro inviato BUSTO ARSIZIO L'inciampo giudiziario, questa volta, suscita particolare imbarazzo. Perché Legnano non è un posto qualunque, per i leghisti...

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BUSTO ARSIZIO L'inciampo giudiziario, questa volta, suscita particolare imbarazzo. Perché Legnano non è un posto qualunque, per i leghisti è un luogo dell'anima. Il Carroccio, Alberto da Giussano, questa è la culla iconografica da cui ha attinto il fondatore Umberto Bossi. Ma negli uffici del sindaco Giambattista Fratus, imbottito di cimici, le preoccupazioni erano ben altre: pilotare gli incarichi nei ruoli chiave delle municipalizzate e confezionare bandi su misura per assicurare la vittoria al candidato prescelto.


Legnano, sindaco Lega arrestato: «Trovo un posto a tua figlia se mi sostieni al ballottaggio»
 

Un sistema corruttivo portato avanti con «spregiudicate manipolazioni di procedure» e con la «nomina di amici e conoscenti manovrabili, asserviti alle loro direttive e in futuro riconoscenti», spiega la pm di Busto Nadia Calcaterra. Dopo quasi un anno e mezzo di indagini, da ottobre 2017 al marzo scorso, il meccanismo è stato scardinato. Undici gli indagati e tre le ordinanze di custodia cautelare: per il leghista Fratus e l'assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini (FI), ai domiciliari, e per potente vicesindaco e assessore al Bilancio Maurizio Cozzi (FI), in carcere. Corruzione e turbativa d'asta le accuse: i tre, secondo la procura, agivano come un «comitato di controllo politico delle nomine». Le loro parole erano legge: «Una volta che si individua la persona, basta. Fa la gara, finito!», disbriga la questione Cozzi con una semplicità disarmante. La stessa con cui Fratus, si legge nell'ordinanza del gip Piera Bossi, ha vinto le elezioni nel giungo 2017: nel ballottaggio si è garantito l'appoggio dello sfidante al primo turno Luciano Guidi «ricompensandolo» con l'assunzione in una municipalizzata, della figlia Martina. Per la Lega è una bufera, il vicepremier Matteo Salvini parla di Carroccio sotto attacco: «Ho fiducia nei miei uomini e nella magistratura. Spero che tutte queste indagini che si stanno aprendo si chiudano in fretta per distinguere colpevoli e innocenti», afferma pubblicamente. In privato è un fiume in piena. «Contro di noi c'è un attacco che non ha eguali negli ultimi 20 anni», ha tuonato. Per poi ipotizzare con i suoi un gioco di sponda tra il partito dei pm che a ridosso delle elezioni ha deciso di alzare la palla - a colpi di inchieste - ai suoi principali sostenitori: i 5Stelle. «I grillini stanno usando ambiti che non sono né i giornali, né la politica...».

Lo scontro con il collega-nemico Luigi Di Maio è inevitabile: «È chiaro ed evidente che c'è un'emergenza corruzione, una Tangentopoli bis che colpisce tutti i partiti e noi dobbiamo arginare questi fenomeni». Perciò, aggiunge, alle europee «la scelta è tra noi e la Tangentopoli bis. Qualcuno ha detto di avere fiducia nei propri uomini, io ho fiducia negli italiani e l'unico modo per averla è sbattere fuori chi ha sbagliato. La Lega è un partito che mette in difficoltà chi sta al governo con lei. Noi siamo un argine all'illegalità, ai privilegi, agli estremismi», afferma Di Maio.

COMMISSARIAMENTO

Intanto il primo intervento è quello del prefetto di Milano Renato Saccone: commissariamento del Comune di Legnano e sospensione dei tre indagati, stesso provvedimento preso da Forza Italia per Cozzi e la Lazzarini. «La cosa più allarmante e disarmante è che gli indagati hanno scarsissimo senso della legalità e non percepiscono la gravità delle loro azioni, quasi fosse un modus operandi che, solo perché diffuso, è legalizzato. Così non è», riflette la pm Nadia Calcaterra. La loro, in sostanza, è una monarchia assoluta in cui «il senso di impunità pervade ogni comportamento». «Domani gliene diciamo quattro: allora, o fate quello che diciamo noi o andate a casa», è la promessa della Lazzarini i vista del cda di Amga. È stato per fare posto a lei che Fratus ha esautorato l'assessora Laura Venturini, mossa che «ha determinato una sorta di tsunami politico», si legge nell'ordinanza. Tanto che a fine marzo si dimettono dalla giunta tre consiglieri leghisti, seguiti da quelli dell'opposizione e solo su impulso del difensore civico regionale si sono insediati dei consiglieri in surroga nella fase di approvazione del bilancio. Ma per il triumvirato va bene così. Come consiglia Cozzi a Fratus: «L'assessore non rompe il ca..o, perché se no si dimette, arrivederci e grazie». Regola che vale anche per il sindaco di Parabiago che osa chiedere una copia dei verbali del cda di Amga: «Lui fa quel che dice Fratus o va a casa, perché Forza Italia dice che deve andare a casa».
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Il Gazzettino