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Amava il canto, lavorava in un negozio di abbigliamento e stava per laurearsi in Lingue straniere all’università di Tor Vergata. Voleva perdere peso per vivere senza più limitazioni, per cercare di risolvere il problema di obesità che la affliggeva da tempo. Così aveva preso una decisione difficile: farsi operare e inserire un bypass gastrico. Invece, Giada De Pace è morta sotto ai ferri a soli 25 anni. Il sospetto degli inquirenti è che il chirurgo che l’ha operata possa averle reciso l’aorta. Si tratta di un'ipotesi che dovrà ora essere confermata o esclusa. La famiglia chiede giustizia e ha sporto denuncia. Il medico è stato iscritto sul registro degli indagati per omicidio colposo dal pm Antonino Di Maio, titolare del fascicolo. I fatti sono di due giorni fa. Domani il medico legale verrà incaricato di procedere con l’autopsia, che verrà effettuata al policlinico Gemelli. Gli inquirenti, inoltre, hanno già disposto il sequestro della cartella clinica, della documentazione sanitaria della giovane e anche della sala operatoria.
Il ricovero
Mercoledì mattina Giada viene ricoverata all’ospedale San Carlo di Nancy per un intervento di chirurgia bariatrica programmato il 3 giugno.
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Il decesso
La famiglia non ha notizie per ore. Alle 20.42 un’infermiera contatta la madre di Giada, le dice che il chirurgo vuole parlare con lei. Solo alle 21.15 i familiari vengono informati del fatto che la ragazza ha avuto un arresto cardiocircolatorio. «Mi assumo tutta la responsabilità», avrebbe detto il chirurgo, sconvolto, parlando con la madre della giovane.
Ma i punti da chiarire sono vari. La famiglia della ragazza sospetta che a uccidere Giada sia stato un errore medico. Chi conosceva la giovane, parla di una ragazza solare, piena di entusiasmo e voglia di vivere. Voleva solo dimagrire non per pura vanità.
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La tensione
Dopo che i sanitari hanno comunicato il decesso della giovane alla famiglia ci sono stati in ospedale attimi di tensione dovuti allo choc. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia San Pietro, che hanno riportato la calma, formalizzando la denuncia dei genitori della venticinquenne, che pensano che il decesso si sarebbe potuto evitare: l’intervento poteva essere rimandato, visto che il medico che aveva seguito Giada non era disponibile per svolgere l’operazione.
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