Governo Gentiloni, ok fiducia in Senato con 169 sì

L'aula del Senato ha votato il via libera alla fiducia al governo Gentiloni con 169 voti a favore. Perfetta parità quindi con Matteo Renzi, che il 24 febbraio del...

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L'aula del Senato ha votato il via libera alla fiducia al governo Gentiloni con 169 voti a favore. Perfetta parità quindi con Matteo Renzi, che il 24 febbraio del 2014 ottenne 169 sì contro 139 no, su 308 votanti e senza alcun astenuto. Rispetto ad allora si sono comunque verificati passaggi dalla maggioranza alla minoranza e viceversa e soprattutto è nato il Gruppo di Ala, che rafforzò il sostegno all'esecutivo durante il suo mandato e che oggi non ha partecipato al voto. I votanti complessivi sono stati 268.





Tra i presenti in aula la ministra della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, la ministra della Salute Beatrice Lorenzin, il ministro per il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina, il ministro degli Affari Regionali Enrico Costa, il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, il ministro dello Sport Luca Lotti. Nell'Aula del Senato i banchi delle opposizioni sono semideserti. Per il momento, assenti il M5S e la Lega. Poche le presenze tra i senatori di Forza Italia.



«Questo governo avrebbe dovuto ridurre le poltrone e allargare la maggioranza» ed esiste un principio «della dignità politica che non ci ha voluto riconoscere sulla base di una conventio ad excludendum che non comprendiamo», ha detto il senatore Riccardo Mazzoni annunciando la non partecipazione al voto di fiducia del gruppo Ala-Sc. E Mazzoni non risparmia un riferimento a Matteo Renzi. «Chi pensa che esista qualche convitato di pietra che ci etero dirige è totalmente fuori strada», afferma.

Intanto dopo la crisi di governo riprende l'attività parlamentare. La Camera ha approvato definitivamente con 441 voti favorevoli e nessuno contrario il decreto legge che contiene misure urgenti a favore delle popolazioni colpite dal terremoto di quest'estate nel Centro Italia. Il provvedimento aveva già avuto luce verde dal Senato. 
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Il Gazzettino