A far crollare il Ponte Morandi potrebbe essere stata una bobina di acciaio. Lo dice Agostino Marioni, ingegnere ex presidente della società Alga che si occupò dei...
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«Secondo i calcoli che ho fatto - ha detto ancora Marioni - se il tir, che viaggiava a una velocità di circa 60 chilometri orari, avesse perso il rotolo che pesa 3,5 tonnellate avrebbe sprigionato una forza cinetica pari a una cannonata.
«Aveva problemi di corrosione legati a un difetto costruttivo - ha detto -. I cavi all'interno degli stralli di quella pila non vennero sistemati bene per cui il calcestruzzo non li aveva perfettamente avvolti. Per questo si sono corrosi. Anche le pile 9 e 10 presentavano qualche problema ma in misura minore, di poco rilievo». Il professionista, che per anni ha eseguito lavori su richiesta di Aspi in vari viadotti in Italia e che adesso lavora in Cina ha anche sostenuto che quel che resta del viadotto «non va demolito. Sarebbe come demolire il Duomo di Milano perché è crollata una guglia. La soluzione migliore sarebbe quella di riparare la struttura, magari facendo le parti in acciaio e a vista». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino