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PERUGIA - L’ultimo caso ha del paradossale. Chi ha cambiato utenza dell’energia elettrica non è riuscito neanche a pagare l’arretrato che aveva con il vecchio fornitore perché le Poste non hanno riconosciuto il codice a barre di quello nuovo. Prima, però, c’era stato l’affondo della telefonate: «Scusi, signor Rossi? Lo sa che lei paga troppo la bolletta della luce? Lo sa che le sta scadendo l’offerta che aveva. Se risponde subito può risparmiare. Il suo codice fiscale è questo?». Basta un sì e il signor Rossi si trova un nuovo fornitore. Contratto chiuso al telefonino. Peggio, due fogli firmati, un telefonino lasciato dal venditore che poi non risponde più. Centinaia di casi di clienti portati via con una telefonata. «Eppoi quando va bene, le offerte durano tre mesi. Pagare di meno? Fidatevi solo del portale delle offerte». Dubbio e parole di Alessandro Petruzzi, di Federcosumatori Perugia che nei giorni scorsi ha fatto partire un doppio esposto: garante della concorrenza e della privacy. Perché i contratti conquistati in quel modo non sempre sono chiari e perché certi dati sulla privacy non possono girare come le figurine nei calciatori. «Succede anche- racconta Petruzzi- che non viene chiamato il titolare del contratto, ma un familiare. Indicando però la localizzazione dell’utenza. Come è possibile?»
Non ha limiti, secondo Federconsumatori di Perugia, la poca correttezza di alcuni venditori di energia elettrica e gas e delle agenzie a cui affidano la vendita dei contratti. «Degli utenti- racconta Pertruzzi- ci hanno infatti segnalato uno strano “traffico” di dati e contatti.
Il Gazzettino