Garlasco, il pg non farà ricorso in Cassazione per chiedere una pena più alta per Alberto Stasi

Garlasco, il pg non farà ricorso in Cassazione per chiedere una pena più alta per Alberto Stasi
Il sostituto pg di Milano Laura Barbaini, allo stato, non è intenzionata a ricorrere in Cassazione per chiedere per Alberto Stasi, condannato ieri a 16 anni per l'omicidio di...

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Il sostituto pg di Milano Laura Barbaini, allo stato, non è intenzionata a ricorrere in Cassazione per chiedere per Alberto Stasi, condannato ieri a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi, una pena più alta. Il magistrato, che aveva chiesto per lui 30 anni, attenderà il deposito delle motivazioni, ma è orientata a non presentare ricorso sull'entità della pena, perchè ritiene «equilibrata» la sentenza emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di Milano.




La Corte d'Assise d'appello di Milano ha condannato a 16 anni Stasi perchè non ha riconosciuto l'aggravante della crudeltà che era stata contestata all'epoca dalla Procura di Vigevano e poi dalla Procura generale milanese. I giudici sono, dunque, partiti dalla pena più alta per l'omicidio senza aggravanti, 24 anni, e l'hanno poi ridotta di un terzo con lo sconto previsto per il rito abbreviato fino a 16 anni. Una sentenza che, secondo lo stesso sostituto pg Barbaini, è «equilibrata» nell'entità della pena. Come hanno spiegato alcune fonti giudiziarie, l'aggravante della crudeltà sussiste, stando alle più recenti sentenze della Cassazione, quando l'omicida dimostra anche una volontà di infierire che va oltre alle azioni che ritiene utili per uccidere. Per quanto riguarda il caso di Garlasco, i giudici potrebbero, dunque, aver ritenuto che i colpi che avrebbe inferto Stasi, presumibilmente con un martello, rientrino tutti nell'atto omicidiario e non possano essere considerati per il riconoscimento dell'aggravante della crudeltà. E il fatto, poi, di aver buttato il corpo di Chiara giù dalle scale, potrebbe essere considerato una presunta 'messa in scenà architettata per depistare le indagini sull'omicidio. Un 'pianò che non integrerebbe, però, l'aggravante della crudeltà ma rientrerebbe in un tentativo di sottrarsi alle proprie responsabilità. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra 90 giorni, a metà marzo. Poi la difesa avrà quarantacinque giorni di tempo per fare ricorso in Cassazione. L'udienza davanti alla Suprema Corte potrebbe essere fissata anche per la fine del prossimo anno. Fino al processo di Cassazione, comunque, la Procura Generale probabilmente non chiederà alcun provvedimento restrittivo nei confronti dell'ex studente bocconiano.
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Il Gazzettino