Gabriele La Porta, il figlio accusa la seconda moglie: «Non so nemmeno dove sia sepolto»

Il figlio di Gabriele La Porta, Michele, accusa la seconda moglie dello storico conduttore e giornalista Rai morto il 19 febbraio di avergli nascosto per giorni la morte del...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il figlio di Gabriele La Porta, Michele, accusa la seconda moglie dello storico conduttore e giornalista Rai morto il 19 febbraio di avergli nascosto per giorni la morte del padre, nonché il luogo della sepoltura, e annuncia di aver presentato insieme ad altri familiari un esposto alla polizia. «A tutt'oggi - denuncia - né io né mia sorella siamo a conoscenza del luogo dove è stato tumulato il feretro, né se questo abbia effettivamente ricevuto una degna sepoltura. So per certo che il corpo di mio papà non risulta in nessun cimitero romano».


Michele La Porta racconta di essere stato avvisato dell'aggravamento delle condizioni del padre, che soffriva da tempo di una grave forma di demenza, da una vicina di casa: «Mi disse che mio padre era stato portato d'urgenza al Pronto Soccorso del Policlinico Gemelli di Roma, scortato dalla seconda moglie di mio papà, la quale ha omesso di avvisare noi familiari».

Inutili, racconta, i tentativi di trovare il padre nell'ospedale e di contattare la sua seconda moglie. Il giorno successivo, tramite l'ospedale, la scoperta che il padre era morto il 19 febbraio. «In quella stessa occasione - accusa ancora Michele - gli addetti alla camera ardente, mi riferiscono che sono già stati svolti i funerali senza che nessun altro componente della famiglia venisse avvisato».

L'uomo ricorda quindi che era in corso una causa per l'interdizione, causa intrapresa, spiega, «per accertare che nessuno, approfittandosi dell'incapacità di intendere e di volere del padre, potesse fargli firmare documenti o per avergli sottratto denaro dai conti correnti bancari». E conclude: «Siamo sconvolti, non possiamo neppure aver il diritto di piangere nostro padre».

  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino