Furbetti del cartellino: 22 condannati tra medici, infermieri e funzionari all'Asp di Cosenza

Furbetti del cartellino: 22 condannati tra medici, infermieri e funzionari all'Asp di Cosenza
Solenne “stangata” per i “furbetti del badge” all’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Nel processo “Camice bianco”, a fronte di...

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Solenne “stangata” per i “furbetti del badge” all’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Nel processo “Camice bianco”, a fronte di cinque assoluzioni, il giudice monocratico del Tribunale cosentino Marco Bilotta ha inflitto a 22 tra medici, infermieri, funzionari e dirigenti una condanna in primo grado di giudizio che va dagli 8 mesi all’anno e mezzo di reclusione.


Per tutti, in verità, pena sospesa e prevista la non menzione in casellario giudiziario: ma è sancito direttamente nel verdetto che, ove tale condanna diventasse poi definitiva, tutti gli imputati adesso condannati perderanno il proprio posto di lavoro. Per altri cinque imputati era già arrivata la prima sentenza: in quel caso, il processo era stato celebrato con rito abbreviato.
 
L’operazione denominata “Camice bianco” era scattata nell’aprile del 2015, quando la Procura di Cosenza era guidata da Dario Granieri. I 26 operatori sanitari erano stati rinviati a giudizio nel maggio del 2016 nell’àmbito dell’inchiesta condotta dalla Procura di Cosenza contro numerosi dipendenti dell’Asp cosentina accusati a vario titolo di truffa aggravata e continuata ai danni della medesima Azienda sanitaria per aver falsificato gli orari d’ingresso e d’uscita dal lavoro attraverso una timbratura infedele del cartellino marcatempo.
 
Per molti, la condanna oggetto di censura riguarda l’aver timbrato il badge al posto di colleghi in realtà assenti o l’esserselo fatto timbrare indebitamente quando a propria volta assenti; e questo in ospedale e nelle diverse sedi dell’Azienda (dall’Urp al consultorio all’ufficio Vaccinazioni), che si trattasse di normale orario di lavoro o di lavoro straordinario. Invece che stare in ufficio, molti avrebbero fatto benzina, sarebbero andati a fare una passeggiata o si sarebbero recati al supermercato. In più, secondo l’accusa due degli imputati avrebbero anche rubato le monetine dal distributore automatico di bevande posizionato accanto al reparto di Gastroenterologia dell’ospedale “Annunziata”, forzandone il portellone con due cacciaviti e addirittura con un piede di porco.
 

E c’è una “notizia nella notizia”: tra i 21 condannati figura infatti anche Ippolito Spagnuolo che è il fratello del procuratore capo di Cosenza attualmente in carica, Mario Spagnuolo.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino