Città del Vaticano - E' un po' la solita disputa tra emiliani e romagnoli, divisi da un trattino, prodotto dell'unità d'Italia ma non da storia,...
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Il programma del 1 ottobre è semplice, in mattina Papa Francesco arriverà a Cesena e poi a mezzogiorno si trasferirà a Bologna dove visiterà l'hub regionale di via Mattei incontrando i giovani nordafricani sbarcati sulle coste italiane. A Piazza Maggiore, il salotto buono bolognese, reciterà l'Angelus e poi andrà a mangiare con i poveri nella Basilica di San Petronio, dove potrà ammirare l'unico affresco esistente di Maometto raffigurato da Giovanni da Modena, pittore quattrocentesco, all'inferno tra i dannati (e per questo da anni controllato a vista dai militari per timore di attentati). Le altre tappe bolognesi sono l'incontro con il mondo universitario nella basilica di San Domenico, la celebrazione della messa e poi di nuovo a casa, in Vaticano.
Tra una tappa e l'altra, tra l'Emilia e la Romagna, in elicottero Francesco sicuramente sorvolerà Bertinoro, il paesino nel quale fu siglata l'unione tra le province emiliane e quelle romagnole. Qualcuno però dovrà spiegare a Papa Bergoglio che quel trattino nasconde un mondo, anzi due mondi diversi, che la tigella non è una piadina, che il cappelletto non è il tortellino, che il formaggio di fossa non è il parmigiano, che il lambrusco non è il sangiovese. Gli Emiliani che rivendicano secoli di autonomia e i romagnoli fieri di aver fatto parte del papato e ora fanno sistema, uniti, grazie al trattino ricordato a Bertinoro con una targa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino