OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
ROMA - Le foto dei trionfi del passato affisse alle pareti, le incongite del futuro dipinte sui volti. Si riassume in uno scatto il tentativo di Forza Italia di guardare avanti, all'indomani della scomparsa del fondatore. Antonio Tajani, traghettatore in pectore degli azzurri in vista del congresso, è seduto al centro, sotto una gigantografia sorridente di Silvio Berlusconi. Accanto a lui, i capigruppo di Camera e Senato: Paolo Barelli, vicinissimo al vicepremier, e Licia Ronzulli, da tempo indicata come leader della minoranza interna. Fianco a fianco, compatti, in un'immagine plastica di unità tra le diverse anime del partito. È questa, unità, la parola d'ordine per ripartire. «Lo dobbiamo a chi vorrebbe un partito litigioso», mette in chiaro Ronzulli: da oggi «navighiamo in mare aperto. E come sa chi va in barca a vela, per arrivare in porto serve l'armonia della squadra».
Mare aperto
Ma per quanto aperto sia il mare in cui navigano i forzisti, è a Tajani che spetta il compito di tracciare la rotta. Nel segno beninteso della continuità con la strada indicata del Cavaliere. Il cui nome, mette in chiaro il vicepremier, resterà nel simbolo di FI. Con la benedizione di Arcore, e in particolare della primogenita Marina. È lei, Marina Berlusconi, a telefonare al coordinatore forzista subito prima dell'affollatissima conferenza stampa convocata nella sede azzurra di San Lorenzo in Lucina. «Mi ha chiesto di ringraziare tutta Forza Italia per le manifestazioni di grande affetto», premette Tajani. E «mi ha ribadito, nel rispetto dei ruoli scandisce il coordinatore la stima, l'affetto e la vicinanza di tutta la sua famiglia a FI, una delle maggiori realizzazioni di Berlusconi». Una chiamata che di fatto, se mai ce ne fosse stato bisogno, conferma la fiducia della famiglia Berlusconi in Tajani, per quanto attiene al futuro del partito. Ma tra le righe delle parole di Marina, secondo l'interpretazione che tra i forzisti va per la maggiore, si leggono altre due indicazioni. La prima è che il sostegno al partito (gravato da circa 100 milioni di fideiussioni ora ereditate dai figli del Cavaliere) non verrà meno. La seconda è che né Marina, né gli altri figli di Berlusconi lasciano intravedere per il momento la possibilità di un impegno diretto in politica, con quella sottolineatura sul «rispetto del ruolo» che oggi è soltanto di Tajani. Anche sul futuro di Marta Fascina è il coordinatore a sgombrare il campo dalle ipotesi: «È una deputata ed è stata la compagna di vita di Berlusconi.
La tre giorni di Paestum
Al netto dei passaggi formali, però, c'è da metabolizzare l'emozione della perdita. «Berlusconi è un leader che non scompare», ribadisce commosso Tajani: «Il suo nome sarà sempre nel nostro simbolo, perché questa è la sua creatura». Il rilancio, insomma, avverrà nel segno della continuità. Come dimostra la data scelta per la tre giorni azzurra di Paestum, in calendario a partire dal prossimo 29 settembre (quello che sarebbe stato l'87esimo compleanno del leader), per sancire il rilancio verso le Europee. E pure a ridosso delle suppletive nel collegio di Monza, che fu di Berlusconi. Chi correrà per il centrodestra? «Con Marina non ne abbiamo parlato: ne discuteremo più avanti con gli alleati», dice Tajani, stoppando le voci che volevano già in corsa Paolo Berlusconi. Intanto, il 24 e 25 giugno, verrà aperto il tesseramento. Anche, perché no, per capitalizzare l'ondata di affetto che ha raggiunto Forza Italia, balzata nei sondaggi dopo l'addio al suo fondatore. «Cercheremo di essere all'altezza della sua eredità», chiosa Tajani. Consapevole che la nave forzista, di cui ora è chiamato ad assumere il timone, non era mai stata tanto distante dal porto.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino