Tre romeni sono evasi stasera dal carcere fiorentino di Sollicciano, scavalcando il muro di cinta. I tre sarebbero componenti di un'organizzazione specializzata in furti e...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ad accorgersi che i tre non erano più nella loro cella sarebbero stati gli agenti durante il controllo, probabilmente circa mezzora dopo la fuga. Subito sono scattate le ricerche svolte anche con i cani molecolari del nucleo cinofili dei carabinieri di Firenze. Il muro di cinta «non è sorvegliato perché è stato chiuso in quanto - spiega Donato Capece del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria - pericolante, è venuto giù tutto il parapetto del muro e non è stato fatto niente per ristrutturarlo e metterlo in sicurezza». «Anche in gennaio - evidenzia - avevamo fatto una nota segnalando il pericolo che ci poteva essere. In quella zona anche la pattuglia automontata non ci può andare perché l'area è chiusa».
«L'inagibilità del muro di cinta era stata già denunciata da un anno e mezzo e l'amministrazione penitenziaria, oltre a fare sopralluoghi, non ha provveduto a porre in essere soluzioni al problema denunciato», afferma in una nota anche Giuseppe Proietti Consalvi, vice segretario generale dell'Osapp, Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria. «L'evasione avvenuta a Sollicciano, unita all'incremento di situazioni critiche come risse e suicidi, è la spia che la situazione nelle carceri è sempre più difficile», afferma il segretario generale della Uilpa penitenziaria, Angelo Urso, che punta il dito contro la carenza di agenti.
Il Gazzettino