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Il suicidio medicalmente assistito in Emilia Romagna ha ora un percorso ben preciso, definito nei modi e soprattutto nei tempi: 42 giorni al massimo dovranno trascorrere dalla richiesta all'esecuzione del trattamento. La Regione lo stabilisce con due atti: una delibera ad hoc, approvata lunedì scorso, e linee di indirizzo per le Ausl comunicate venerdì. Di fatto anticipando la discussione in consiglio sulla cosiddetta proposta di legge Cappato - in calendario il 13/2 - e, soprattutto, bypassando un voto difficile con annesse spaccature interne sulla scia del caso veneto. Le opposizioni non ci stanno e martedì compatte presenteranno una risoluzione per un parere dell'Avvocatura di Stato mentre Forza Italia lavora a un ricorso al Tar.
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Fine vita, le pressioni su Bonaccini
Nemmeno l'Associazione Coscioni è soddisfatta e chiede a Bonaccini di avere il coraggio di discutere il fine vita in aula.
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Fine Vita, opposizioni allo scontro
Una «delibera totalmente illegittima», tuona la più agguerrita, la consigliera di Forza Italia Valentina Castaldini, «perché Bonaccini e l'assessore Donini creano un comitato ad hoc, fatto di persone che hanno scelto loro, per decidere sulla vita dei cittadini». L'obiettivo di Bonaccini per Castaldini è stato quello di evitare un nuovo caso Veneto (dove la consigliera dem Bigon si era astenuta nel voto sul fine vita contribuendo ad affossare la norma): «Nella maggioranza sono contrari 27 a 23 sul fine vita, chiaro che sarebbe stato difficile convincere così tante persone». Sulla delibera «il centrodestra compatto», sottolinea Castaldini, presenterà martedì una risoluzione per chiedere il parere dell'Avvocatura di Stato. La «stranezza» è la creazione del Corec dal momento che «esistono già i comitati etici territoriali, che avrebbero potuto essere magari implementati, che devono fare il loro lavoro. Invece Bonaccini e Donini per dire di essere arrivati prima fanno un pasticcio», dice Castaldini.
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