«Davanti a Riina jr mi tolgo il cappello». Così un capomafia parla dalla cella a un uomo d'onore

«Davanti a questo ragazzo ci togliamo tutti il cappello». Così il boss di Licata Angelo Occhipinti, fermato oggi dai carabinieri di Agrigento su ordine della...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Davanti a questo ragazzo ci togliamo tutti il cappello». Così il boss di Licata Angelo Occhipinti, fermato oggi dai carabinieri di Agrigento su ordine della Dda palermitana, parlava del figlio di Totò Riina, Giuseppe Salvatore, già processato e condannato per associazione mafiosa.


Le parole, intercettate da una microspia degli investigatori, sono inserite in una conversazione tra il capomafia e un uomo d'onore a cui sarebbe stato chiesto in carcere proprio dal rampollo del padrino corleonese di «stuccare» (eliminare ndr) un licatese. Il particolare emerge dal provvedimento di fermo che riguarda in tutto sette persone tra cui un consigliere comunale accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.

 

Sono sette le persone accusate di associazione mafiosa. In carcere sono finiti boss e gregari delle 'famigliè di Licata e Campobello di Licata. Tra i fermati, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, c'è anche un consigliere comunale di Licata, Giuseppe Scozzari.

Le indagini, oltre a disarticolare i vertici e i 'quadrì dei due clan, hanno scoperto un'estorsione a una impresa che svolgeva lavori edili in Germania e hanno accertato l'interesse dei mafiosi nel settore del slot-machine. All'affare partecipava una società di distribuzione di apparati elettronici da gioco. Nell'operazione, denominata 'Assediò, sono stati impegnati oltre 100 carabinieri, un elicottero e le unità cinofile.

Armi, denaro e un jammer, un'apparecchiatura usata per neutralizzare le microspie e 'disturbarè le intercettazioni telefoniche e ambientali sono stati trovati nel corso di perquisizioni.

  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino