Figli di coppie gay, il prefetto di Milano al sindaco Sala: «Stop ai riconoscimenti»

La prefettura, per chiedere l'interruzione delle trascrizioni, ha fatto riferimento alla legge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita, consentita solo a coppie formate da persone di sesso diverso

Figli di coppie gay, il prefetto di Milano al sindaco Sala: «Stop ai riconoscimenti»
Il Comune di Milano ha interrotto le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia. Vuol dire che questi bambini non potranno...

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Il Comune di Milano ha interrotto le trascrizioni dei certificati di nascita esteri dei figli nati da coppie omogenitoriali in Italia. Vuol dire che questi bambini non potranno più risultare all'anagrafe come figli delle famiglie presso le quali vivono.


La sospensione delle registrazioni segue una circolare del prefetto di Milano che, secondo quanto si apprende, a sua volta ha interpellato il ministero dell'Interno. La prefettura, per chiedere l'interruzione delle trascrizioni, ha fatto riferimento alla legge 40 del 2004, quella sulla procreazione medicalmente assistita, consentita solo a coppie formate da persone di sesso diverso. Una legge che vieta anche la maternità surrogata. Di fronte a questa circolare, il sindaco Beppe Sala non ha potuto fare altro che sospendere una prassi iniziata ormai da anni nel capoluogo lombardo: più precisamente quella di trascrivere i certificati di nascita esteri dei bambini con due papà e di permettere la formazione di atti di nascita italiani con due mamme.

 

Lo stesso sindaco di Milano ieri ha incontrato le famiglie "arcobaleno" e i loro rappresentanti e ha spiegato loro questa difficoltà. Sala ha però anche confermato che questa diventerà una sua «battaglia politica» con il governo. E che si tratti anche di una «battaglia politica», lo testimonia la nota diffusa dal consigliere comunale di Fratelli d'Italia Matteo Forte. «Sala ha piegato il diritto alle sue battaglie ideologiche» ha commentato Forte, ricordando di aver scritto personalmente al prefetto, lo scorso luglio, per sollecitare un pronunciamento del ministero degli Interni.

 

 

LE REAZIONI

Sulla vicenda è intervenuta in serata anche Alessia Crocini, presidente di «Famiglie arcobaleno». «Il sindaco di Milano ha dovuto cedere al pressing del governo Meloni e alla fine la decisione è arrivata dolorosa e ingiusta», ha detto Crocini. «Siamo consapevoli - ha aggiunto Crocini - di quanto questo governo si stia adoperando per togliere ogni minimo diritto di cittadinanza alle famiglie omogenitoriali in Italia». Ma «i bambini e le bambine con due mamme e due papà esistono già in Italia, i ministri Piantedosi e la premier Meloni - ha aggiunto - se ne facciano una ragione. Ogni giorno vanno a scuola, entrano negli studi pediatrici, giocano nei parchi e nei campi sportivi, frequentano corsi di musica, come tutti i loro coetanei, senza avere i diritti di tutti i loro coetanei. Questa situazione non è degna di un paese civile e ci chiediamo quando questa ingiustizia verrà sanata da una legge di buon senso che rispecchi la realtà».
Intanto Fratelli d'Italia preme per far discutere in Parlamento una proposta di legge che definisce la gestazione per altri «reato universale» da perseguire, dunque, anche se praticata all'estero da cittadini italiani. A queste persone verrebbero applicate le pene previste in Italia (carcere da tre mesi a due anni e multa da 600 mila a un milione di euro anche a seguito di atti vietati in Italia ma legali nello Stato in cui sono stati compiuti.

 

Sala: «Un passo indietro»

«Questo a mio parere è un passo indietro evidente dal punto di vista politico e sociale, e mi metto nei panni di quei genitori che a Milano pensavano di poter contare su questa possibilità». Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha parlato dello stop alla trascrizione dei figli di coppie omogenitoriali nel suo podcast 'Buongiorno Milanò. «La registrazione non dipende solo dalla volontà politica, è un atto che ha a che fare, logicamente, con l'apparato amministrativo del Comune e io, vista anche la presa di posizione della Procura, non posso esporre un funzionario comunale a rischi personali di natura giudiziaria», ha chiarito. (
 

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Il Gazzettino