Festival di Trento, Caltagirone: «Cambiare la successione per preservare l'azienda. Il governo? Sta seminando bene e serviva»

Gli aggiornamenti in diretta dal Festival dell'Economia di Trento

Festival di Trento, Caltagirone: «Cambiare la successione per premiare il merito. Con i fondi rischio inversione tra finanza e produzione»
L'Italia del futuro, il Pnrr, il sistema bancario e la transizione energetica. Sono questi alcuni dei principali temi che saranno affrontati nel corso della seconda giornata...

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Caltagirone: «Governo ben attivo, sta seminando bene e serviva»

Francesco Gaetano Caltagirone vede il nuovo Governo «ben attivo. Diciamo che c'è un momento per seminare ed uno per raccogliere. Sta seminando bene, dopo sei mesi non può raccogliere». L'imprenditore rileva «il ruolo dell'Italia all'estero» e sottolinea che «c'è grande rispetto e amore per il Paese», rispondendo a domande a margine della sua partecipazione al Festival dell'Economia di Trento. E rispondendo ancora sul giudizio sui primi mesi di azione del governo rimarca: «Non so se me l'aspettavo, dico che serviva»

Caltagirone: «Bene l'andamento del gruppo nella prima parte dell'anno»

Il gruppo Caltagirone nella prima parte dell'anno, «va bene, va bene», dice Francesco Gaetano Caltagirone a margine del Festival dell'Economia di Trento. Più in generale, sullo scenario economico «oggi abbiamo una invisibilità sul futuro. Ritengo che il sistema, se non succedono cose improvvise, finché dura la guerra in Ucraina, rimane stabile. Dopo vedremo, dopo sarà un cambiamento importante»

Caltagirone: «Con fondi rischio inversione tra finanza e produzione»

Occorre guardare con attenzione al ruolo dei fondi nelle società che possono dare luogo a «una inversione tra finanza e produzione». È la riflessione che arriva dal presidente del gruppo Caltagirone Francesco Gaetano Caltagirone intervenendo al festival dell'economia di Trento. Questo avviene «quando si passa ai fondi che vogliono tirare fuori soldi dalla produzione reale: è la finanza che diventa il punto centrale e non la produzione dei beni. Mentre la finanza come servizio ha una funzione questa è una inversione, io non faccio il profeta ma mi sembra pericoloso».

Caltagirone: «Quando manager vuole scegliere azionista è un problema»

Le offerte molto importanti dei fondi possono diventare un incentivo a cedere la maggioranza dell'azienda ma «la proprietà ha una sua funzione sociale, è quello che ha reso differente il sistema occidentale dal sistema sovietico: il ruolo della proprietà ha permesso di surclassare l'altro sistema che è collassato. Se io tolgo dall'azienda certe decisioni della proprietà allora arriviamo alla società sovietica dove i manager facevano tutto quello che volevano». Il monito giunge dal presidente del gruppo Caltagirone Francesco Gaetano Caltagirone intervenendo al festival dell'economia di Trento. «Quando un manager si vuole scegliere l'azionista c'è un problema» avverte.

Caltagirone: cambiare norme sulla successione per premiare il merito

«Siamo tradizionalmente diversi dagli altri, molta della nostra economia si fonda sulla famiglia, su un senso di utilità», il capitalismo familiare «resta un asse portante», ed oggi «in un mondo che cambia rapidamente, molto più rapidamente del solito, e i grandi complessi fanno fatica ad adeguarsi. Gli imprenditori familiari invece si adeguano con enorme rapidità». Francesco Gaetano Caltagirone ragiona così, al Festival dell'Economia di Trento, su "capitalismo familiare, internazionalizzazione e ruolo delle banche", in un confronto con il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro ed il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini.

Il punto delicato del capitalismo familiare è il passaggio generazionale, riflette Caltagirone: «Un figlio può essere un imprenditore o solo un ricco: una cosa è avere lo spirito, la cultura, il senso di sacrificio degli imprenditori, una cosa diversa è avere solo un patrimonio». «L'impresa ha una funzione patrimoniale ma anche sociale» che va preservata, avverte: «Assicurati tutti gli eredi con un livello di eredità che garantisca il benessere, il resto deve essere consegnato nelle mani del migliore, altrimenti avremo discordie, tensioni. E se a scegliere sono gli stessi eredi, tra loro, chi dovrà guidare l'azienda, il rischio è che non si scelga il migliore ma che forse si preferisca il più malleabile». Bisogna quindi anche «cambiare le norme sula successione», avverte Francesco Gaetano Caltagirone: «Oggi le norme dividono l'eredità in quote obbligatorie: bisogna abbassarle, bisogna rendere la parte disponibile dell'eredità tale da conferire una maggioranza» al migliore. «Serve competenza, preparazione, capacità di adeguarsi, spirito di sacrificio: chi meglio di un padre può capire chi è il più idoneo trai figli. Il successo costa sacrificio, lacrime, rinunce. Venendo da nulla si è abituati a sacrificarsi, non è il problema dei figli, l'utile senza merito è la cosa peggiore, l'azienda può distruggersi. Una cosa è salire da zero al quinto piano, una cosa diversa è salire dal quinto al decimo». «Come banca - interviene Gros-Pietro - sentiamo il dovere di aiutare queste imprese a crescere: è certamente un elemento vincente del sistema capitalistico italiano, basato tutto su valori umani», un elemento di successo «anche per il futuro».

Le offerte significative dei fondi possono rappresentare un forte incentivo a cedere la maggioranza dell'azienda, riconosce Caltagirone, ma avverte: «Bisogna mantenere la presenza dell'imprenditore, la capacità di reagire, la ricerca che c'è nelle aziende familiari e che migliora le aziende. E quello che ha creato il boom economico e che ci permette ancora oggi di crescere ancora. Sono cose da conservare. Se allontaniamo la proprietà dai manager, se ci deve essere una azionista con un manager che fa quello che vuole, allora meglio il capitalismo di Stato».

Meloni: "Renderemo il taglio del cuneo strutturale e allargato"

«L'impatto del taglio che stiamo realizzando è diverso da quello fatto dai miei predecessori, e non è finito. Il taglio della tassazione sul lavoro deve essere la priorità». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in collegamento con il Festival dell'economia di Trento.

Il taglio del cuneo contributivo deciso con la manovra e con il decreto del primo maggio «ha un impatto importante con l'inflazione galoppante - ha aggiunto -. È la cosa più importante che si può fare in questa fase. Non è tutto: la prima sfida è rendere questi provvedimenti strutturali, la seconda è allargarli ulteriormente».

Emilia-Romagna, Meloni: "Fondamentale flessibilità sui fondi"

«Saremo chiamati a trovare le risorse necessarie. Una cosa è leggere i numeri e l'altra è vedere» i danni subiti. «Attiveremo soprattutto il fondo di solidarietà, c'è anche il fondo di coesione» ed è fondamentale anche la possibilità di «flessibilità dei fondi esistenti», anche del Pnrr. Lo ha detto la premier Meloni parlando al festival dell'Economia di Trento.

«Il Pnrr riguarda soprattutto la messa in sicurezza - dice - è un fondo strategico» per gli imprevisti. «Sono partita per il Giappone nominando un commissario alla siccità e torno» dovendone fare uno per il maltempo «la messa in sicurezza del territorio è priorità assoluta».

Meloni: "Taglio del cuneo meglio di salario minimo"

«Abbiamo salari da fame, il problema dell'inflazione, si dice che bisogna immaginare un salario minimo legale e poi si dice anche che abbassare il cuneo e rafforzare le buste paga è inutile: sono cose che non stanno in piedi. È meglio tagliare il cuneo che fare il salario minimo legale, che è buono sul piano filosofico ma nella sua applicazione rischia di essere un boomerang». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in collegamento con il Festival dell'economia di Trento.

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Il Gazzettino