Dall'Europa 600 milioni per i "danni" della globalizzazione, all'Italia 60

Marianne Thyssen
Il nome suona piuttosto ambizioso: "Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione". Concretamente, è un tentativo della Ue di indirizzare una piccola...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il nome suona piuttosto ambizioso: "Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione". Concretamente, è un tentativo della Ue di indirizzare una piccola parte delle proprie risorse verso le situazioni di crisi sociale, legate alle grandi trasformazioni del mondo produuttivo. Il Feg, nato nel 2017, ha erogato in questi 10 anni circa 600 milioni come cofinanziamento (con una quota fino al 60 per cento) di interventi nazionali per il reinserimento di lavoratori che hanno perso il posto in settori particolarmente in difficoltà. Le persone aiutate sono state complessivamente circa 140 mila.


Come sono stati distribuiti i soldi? Se si guarda ai Paesi membri, i tre che hanno sfruttato di più il Feg sono Francia, Irlanda e Danimarca. Segue l'Italia con una somma di circa 60 milioni destinata a 12.800 lavoratori e dunque una quota del 10 per cento (a fronte di contributi totali al bilancio Ue che valgono il 12-13 per cento). Gli interventi hanno riguardato crisi come quelle di Merloni, De Tomaso, Whirpool, Alitalia e interi settori come il tessile e le costruzioni all'interno di specifiche Regioni.

«Il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione è una delle manifestazioni più concrete della solidarietà europea - ha commentato Marianne Thyssen, commissaria responsabile per l'occupazione e gli affari sociali - ha un evidente valore aggiunto poiché completa i meccanismi nazionali di sostegno ai lavoratori coinvolti nei licenziamenti collettivi e finanzia misure adeguate alle loro esigenze specifiche aiutandoli a ripartire» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino