Fassina rompe gli indugi: «Presto un nuovo partito». Poi attacca L'Unità

Stefano Fassina
«Siamo qui per fare un partito politico, chiamiamo le cose con il loro nome. Vogliamo essere affluente di un fiume che vuole misurarsi con una prospettiva di governo». ...

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«Siamo qui per fare un partito politico, chiamiamo le cose con il loro nome. Vogliamo essere affluente di un fiume che vuole misurarsi con una prospettiva di governo».




Stefano Fassina molla gli ormeggi e dalla assemblea al Teatro Palladium di Roma lancia la sua proposta politica da costruire insieme a Sel, Pippo Civati e non escludendo la Coalizione sociale di Maurizio Landini. «Non vogliamo essere ancellari a nessuno e non fare alleanze tanto per farle, ma essere un riferimento e guida del centrosinistra», dice.



L'obiettivo è avviare il percorso per la costruzione di un partito della sinistra 'extra Pd' il cui banco di prova saranno le elezioni amministrative del 2016. L'ex deputato Pd parla per 45 minuti e spiega cosa lo ha spinto a lasciare il partito e dove vuole arrivare. In tempi ragionevolmente brevi: un'assemblea unitaria da fare in autunno per gettare le basi di un nuovo soggetto politico e, nel contempo, avviare il referendum sulla Buona scuola, legge che entro luglio dovrebbe definitivamente essere approvata dalla Camera.



«Possiamo promuovere comitati su tutto il territorio e quindi costruire una forza per il cambiamento», ha dichiarato Fassina. «Una forma-partito» rimane lo strumento «essenziale per aggredire la degenerazione morale delle classi dirigenti della politica. Senza fughe in avanti solitarie e inutili. Possiamo raccogliere le forze - ha continuato - per una campagna referendaria da valutare insieme, anzitutto sulla legge per la scuola, e insieme a chi rappresenta insegnanti e studenti».



«Attraverso i comitati territoriali e una piattaforma di idee - ha detto ancora l'ex deputato Pd - proviamo a raccogliere le risorse morali, le passioni civili, le energie e le competenze per costruire un soggetto politico all'altezza delle sfide. Lavoriamo insieme da oggi all'autunno per verificare le disponibilità e fare un percorso unitario. Il primo possibile banco di prova sono le elezioni amministrative della primavera 2016, quando tante importanti città saranno chiamate al voto. Può essere l'occasione - ha concluso Fassina - per mettere in campo un'offerta politica unita e riconoscibile e guidare alla vittoria un centrosinistra oggi debilitato e sempre più lontano dal suo popolo».




Fassina ha anche espresso «solidarietà» ai giornalisti dell'Unità, perché «tanti di loro si sono sentiti in grande difficoltà per il titolo che il loro giornale ha fatto oggi sulla Grecia ("Grecia: tasche vuote, arsenali pieni", ndr)». «La libertà di stampa è sacra ma almeno nel rispetto delle libertà si tolga dal giornale la dicitura 'fondato da Antonio Gramsci'». Nel suo intervento conclusivo alla convention al teatro Palladium di Roma, Fassina sottolinea che un titolo come quello dell'Unità «è un titolo cinico che manifesta il distacco dalla sofferenza di milioni di uomini». «Si può avere una posizione diversa - ha concluso - ma non ribaltare la realtà».
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Il Gazzettino