«O le cose cambiano oggi, non domani, è un ultimatum, o io domani come al solito sarò qui a Palazzo Marino e prenderò provvedimenti, chiudo i Navigli e...
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E per evitare che si ripetano oggi sono stati significativamente rafforzati i controlli in zona, mentre il vicesindaco Anna Scavuzzo assicura che ci saranno «più vigili in giro e saranno in forze lungo tutto l'asse, non soltanto nel Naviglio, ma nella Darsena, alle Colonne, in tutto il quadrante interessato. Ci sarà un'attenzione diffusa perché non vogliamo fare uno spostamento di Movida, c'è attenzione su tutta la città» e dunque anche sulle aree verdi con 1100 'ghisà al lavoro nel fine settimana. Il sindaco non è l'unico amareggiato da quelle foto, che hanno fatto rapidamente il giro del web, dando il via a una polemica anche politica. «Quelle immagini - dice Mariastella Gelmini, capogruppo di FI alla Camera e consigliere comunale a Milano - sono preoccupanti ed è giusto chiedere la collaborazione dei cittadini: forse però più che pensare a chiusure, basterebbe la presenza, anche solo con funzione, dissuasiva della polizia municipale».
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«Dal sindaco - le fa eco Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato - mi aspetterei toni più da moral suasion piuttosto che toni dittatoriali». «Sentir parlare di chiusura dei Navigli da parte di chi a febbraio beveva Spritz - aggiunge il capogruppo della Lega in Comune Alessandro Morelli - farebbe sorridere se non fosse che parliamo dei milanesi. Dopo gli annunci non esiste il famoso piano di ripartenza». Alle preoccupazioni del sindaco, si aggiungono quelle del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli, per il quale «colpisce la differenza tra l'ordine e la responsabilità con cui hanno riaperto diverse attività commerciali, servendo migliaia di persone in sicurezza, e l'affollamento incosciente e dannoso dei Navigli». Ed è il presidente dell'Iss Silvio Brusaferro a ricordare che il virus non ha cambiato né identità né caratteristiche, perciò violare le regole di comportamento potrebbe facilitare la circolazione. «Le immagini di folla a Milano - aggiunge Gianni Rezza - fanno preoccupare: economia e salute non sono in contrasto. Bisogna aumentare i controlli sanitari proprio per favorire le riaperture. Invito assolutamente a rispettare le norme di distanziamento sociale e l'uso di mascherine». All'ora di pranzo, mentre la polemica dilaga sui social, dividendo milanesi e non solo tra chi vede nelle foto degli «idioti» e chi invece nota quanto la prospettiva comprima le persone, facendo sembrare affollato anche un luogo che non lo è, sono i ristoratori a dire la loro. Sono stati i capannelli attorno a un ambulante che vendeva birra, secondo vari gestori di locali sui Navigli, a dare l'idea di assembramenti che erano limitati a questa unica situazione.
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«A parte attorno al baracchino, sull'Alzaia erano quasi tutti a coppie, con la mascherina - assicura Roberto Pasqualotto, dell'Officina 12 -.
Il Gazzettino