MILANO Chiara e Riccardo avevano 27 anni e il 12 giugno di un anno fa sono morti nell’esplosione della palazzina di via Brioschi, a Milano. L’unica loro colpa è...
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“RABBIA COMPAGNA INSEPARABILE”
Pellicanò, che a sua volta ha chiesto perdono con una missiva, ascolta ciò che hanno scritto i genitori dei due giovani morti e scoppia in lacrime. “I nostri ragazzi, vittime indirette di un conflitto maturato in un circuito domestico di cui erano totalmente estranei, sono innocenti in senso assoluto», spiegano. E’ il loro avvocato Valeria Attili a leggere la lettera, che comincia così: “Siamo i genitori di Riccardo e Chiara e desideriamo portare la nostra testimonianza in questo processo, in quanto coinvolti in una vicenda assurda e sanguinosa, che ci lascia distrutti e sgomenti. Vogliamo provare a tenere a distanza la rabbia, che pure è la compagna inseparabile della nostra vita ferita a morte, e ancor più ogni voglia torbida di vendetta, alla quale cerchiamo di resistere con tutte le nostre forze, convinti come siamo che la sofferenza del colpevole si aggiunge a quella delle vittime e non può minimamente alleviarla né restituirci i nostri ragazzi”. Il pubblico ministero, Elio Ramondini, ha chiesto l’ergastolo per Pellicanò, che svitando il tubo del gas dei fornelli della cucina ha provocato la morte di tre persone e gravi ustioni alle sue figlie di sette e undici anni. Mentre il legale di parte civile ha chiesto un risarcimento di 1,2 milioni per genitori e fratello di Chiara.
“NON VOLEVA UCCIDERE”
Secondo i difensori, invece, Giuseppe Pellicanò deve essere assolto poiché “non aveva la volontà di uccidere” quando saturò il suo appartamento di gas.
Il Gazzettino