«Emanuele Scieri fu ucciso per aver usato il cellulare vietato», è questa la ricostruzione della morte del paracadutista della 'Folgore' per la...
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E la punizione ci sarebbe stata perché i caporali lo videro parlare al telefono cellulare il cui utilizzo dentro la caserma era vietato.
Caso Scieri, arrestato ex commilitone per concorso in omicidio: «Fu nonnismo, lo hanno lasciato morire»
Parà morto in caserma, la commissione: «Non fu suicidio, fu aggredito prima di volare giù. Gravi atti di nonnismo»
È questa una ricostruzione sulla vicenda su cui lavora la procura militare di Roma, che ha riaperto l'inchiesta, secondo quanto pubblica stamani il quotidiano Qn-La Nazione. Secondo i magistrati Scieri potrebbe essere stato soggetto a una punizione dopo che alcuni caporali lo avevano sorpreso al telefonino. L'ipotesi di reato della giustizia militare è quella di «violenze a inferiore mediante omicidio in concorso».
La svolta nelle indagini. Il 13 agosto 1999 Emanuele Scieri arrivò alla caserma Gamerra di Pisa, centro di addestramento della Folgore. Scomparve quella sera stessa e tre giorni dopo, il 16 agosto, il suo corpo senza vita venne trovato ai piedi di una torre dismessa usata per «sgonfiare» i paracadute.
Nell'estate del 2018 si è registrata una svolta nelle indagini, dopo che il caso era stato archiviato come suicidio: la Procura di Pisa arresta un ex commilitone del 26enne di Ragusa, Alessandro Panella, caporale e capocamerata di Cerveteri (Roma) a cui era stato assegnato Scieri.
La pista da seguire sarebbe quella del nonnismo: secondo la commissione di inchiesta parlamentare, istituita nel 2016 e conclusa a dicembre 2017, nella caserma «avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice Goliardia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino