Svolta nella morte del dj Nav, il 34enne trovato impiccato: potrebbe essere stato ucciso

Svolta nella morte del dj Nav, il 34enne trovato impiccato: potrebbe essere stato ucciso
Ivan Ciullo, in arte 'Navì, il 34enne dj salentino trovato impiccato il 22 giugno 2015 ad un ulivo nelle campagne di Acquarica del Capo, potrebbe essere stato ucciso....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ivan Ciullo, in arte 'Navì, il 34enne dj salentino trovato impiccato il 22 giugno 2015 ad un ulivo nelle campagne di Acquarica del Capo, potrebbe essere stato ucciso. È l'esito della consulenza compiuta dall'esperto in criminalità forense Roberto Lazzari, su incarico dei genitori della vittima, e consegnata in queste ore alla Procura di Lecce dal legale della famiglia, Francesca Conte.


Per il criminologo salentino, Ivan non si sarebbe impiccato, ma strangolato e poi l'assassino avrebbe simulato il suicidio. L'indagine scientifica eseguita mediante sopralluoghi, prove tensiometriche, analisi dei dati fotografici, dei fascicoli d'indagine, di analisi di laboratorio e diagnostica autoptica, mette in evidenza - secondo il criminologo - una serie di incongruenze nonché «di lacune investigative e negligenze operative».


Tra i dati che - sempre secondo le indagini di Lazzari - smentirebbero il suicidio come causa di morte, le tracce di suole di diversa tipologia trovate vicino al cadavere, l'assenza di segni o tracce di calzature sulla base in pelle dello sgabello sul quale la vittima sarebbe salita prima di impiccarsi, e soprattutto l'ecchimosi sulla base del collo ritenuta incompatibile col cavo microfonico usato per l'impiccagione e riconducibile ad un laccio avvolgente in senso orizzontale, di dimensioni più piccole. Questo elemento e le ipostasi sul corpo «in posizioni incompatibili con la dinamica suicidaria», sarebbero per il consulente «segni indicativi di un'altra modalità di morte». Il gip di Lecce Vincenzo Brancato sta decidendo in questi giorni sulla seconda richiesta di archiviazione del caso presentata dalla Procura di Lecce alla quale si sono opposti i genitori di Ivan Ciullo che hanno denunciato presso la Procura di Potenza (competente a trattare i procedimenti che coinvolgono magistrati in servizio presso la Corte d'appello di Lecce) la pm titolare dell'indagine Carmen Ruggiero, che è indagata per omissione di atti d'ufficio.
Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino