Riparte l’iter del cosiddetto divorzio breve, stavolta dal Senato. A rimettere sul piatto le misure di revisione della legge che risale al 1970, la commissione Giustizia di...
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LA CONSENSUALITÀ
Un drastico taglio dei tempi che, però, sarebbe praticabile soltanto a condizione della consensualità dei separandi. I quali, se risultano essere d’accordo su tutti gli aspetti relativi allo scioglimento del matrimonio, possono rivolgersi direttamente al giudice per ottenere il divorzio. La consensualità, però, non è sufficiente di per sé, qualora produca dei vulnus sostanziali. «Tocca al giudice – ha spiegato il senatore del Psi – verificare che nell’accordo raggiunto dalle parti in causa, non siano lesi diritti fondamentali, come quello a una vita decorosa, per esempio, nel caso in cui uno dei due coniugi sia economicamente più debole dell’altro. E, soprattutto, nella tutela dei diritti dei figli». E proprio quello dei figli sembra destinato a essere il punto più critico del confronto appena avviato, ieri, dalla relazione in cui Filippin ha esposto i due progetti in discussione. Il dibattito dovrebbe riprendere entro una settimana, termine entro il quale altri senatori potranno depositare ulteriori proposte. E’ stata infatti già annunciata la presentazione di un nuovo testo da parte del forzista Ciro Falanga. Se da un lato i berlusconiani vedono con favore un intervento per ridurre i tempi per arrivare al divorzio, dall’altro canto vorrebbero differenziare il trattamento dei coniugi che hanno figli, da quello riservato alle coppie che non ne hanno, proprio nell’ottica della di una maggior tutela della prole.
LA TUTELA DELLA PROLE
Pure il democratico Giuseppe Lumia ha anticipato che il Pd intende affiancare un nuovo progetto a quello di Pinotti (dovrebbe occuparsene Sergio Lo Giudice), probabilmente considerato dallo stesso Partito democratico troppo arretrato rispetto agli obiettivi che è possibile raggiungere. E che sembrano stare a cuore anche al segretario Matteo Renzi che ieri ha twittato: «C'è un provvedimento di legge già all'attenzione del Parlamento e credo si chiuda a breve». Di certo nessun ostacolo insormontabile dovrebbe arrivare dalla Lega che si è espressa favorevolmente: «Stavolta dovremmo farcela ad approvare la misura perché sembra che siamo davvero tutti d'accordo», ha confermato la capogruppo in commissione Erika Stefani. L’unica incognita è la posizione del Nuovo centrodestra. In commissione, la prossima settimana, è previsto l’intervento di Carlo Giovanardi che ieri, però, ha già sottolineato come ora sia comunque facile divorziare velocemente all’estero, e poi chiedere l’omologa in Italia.
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Il Gazzettino