Le discoteche riapriranno in due tempi: prima le mascherine, poi basterà il green pass

L’idea delle discoteche bolla, con gli accessi consentiti solo a chi è munito di green pass, piace al governo. Ma da fonti vicine all’esecutivo si apprende che...

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L’idea delle discoteche bolla, con gli accessi consentiti solo a chi è munito di green pass, piace al governo. Ma da fonti vicine all’esecutivo si apprende che non è esclusa una ripartenza in due step: in questo caso all’inizio si potrà tornare a ballare nei locali con la mascherina, mentre in una seconda fase (contagi permettendo) i divieti saranno allentati, possibilmente già ad agosto. Per i locali all’aperto non sono escluse deroghe all’obbligo di indossare dispositivi di protezione. Lo staff del ministro della Salute però frena e spiega che non c’è ancora nulla di definito. 

 

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L'incontro

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha incontrato i vertici della Silb-Fipe di Confcommercio, che rappresenta i locali del divertimento notturno, per affrontare il nodo delle riaperture delle discoteche e ascoltare le richieste degli addetti ai lavori. Così il sottosegretario: «Si stanno studiando linee di interventi per permettere di riaprire con prudenza e cautela». Ma i gestori dei locali spingono per accelerare i tempi. «Su circa 3 mila locali notturni, almeno mille hanno già fallito per via delle chiusure e dei ristori insufficienti», insiste il presidente di Silb-Fipe Maurizio Pasca. 
Il settore delle discoteche fatturava due miliardi di euro annui prima del Covid e dava lavoro a circa 100 mila persone, direttamente e indirettamente. Tuttavia non ha ancora una data di riapertura. Il governo punta a riaccendere la luci sulle piste da ballo entro l’inizio di luglio, se i numeri su contagi e vaccinazioni lo permetteranno. E per venire incontro alle richieste dei gestori sarebbe pure disposto a rinunciare all’obbligo del distanziamento, che mal si sposa con il tipo di divertimento che offrono i locali notturni. Ma sull’uso della mascherina in discoteca non è disposto a cedere già adesso. Da questo punto di vista potrebbe essere riservato però un trattamento speciale alle discoteche con spazi esterni, che a ogni modo sono una minoranza. Servirà poi un protocollo rigido per il monitoraggio degli ingressi e il tracciamento. 

 

 

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Sulla possibilità di imporre un limite alla capienza, il presidente di Silb-Fipe spiega: «Dopo il tunnel delle chiusure non possiamo permetterci di riaprire lavorando a mezzo regime. I costi di gestione di un locale notturno non sono neanche lontanamente equiparabili con quelli di un bar o di un ristorante. Solo di bolletta elettrica paghiamo un’enormità una volta che accendiamo la luce, per questo riteniamo che l’unica strada percorribile sia quella di consentire gli ingressi unicamente a chi è munito di green pass e, dunque, a chi è stato vaccinato o ha contratto il Covid in precedenza o ha eseguito un tampone nelle 36 ore antecedenti all’arrivo in discoteca».  Con il passaporto vaccinale i gestori puntano a offrire un «divertimento sano e sicuro», liberando piazze, strade e spiagge da assembramenti incontrollati di giovani. 

 

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L'occupazione

Nel Lazio i locali notturni sono 257, di cui un centinaio a rischio fallimento secondo i calcoli della Silb-Fipe, 259 in Emilia-Romagna, 410 in Lombardia, 158 in Campania, meno di cento in Sardegna e 69 in Puglia. Si teme per l’occupazione. Come sottolineato anche dal presidente di Confcommercio Carlo Sangalli sono molte le imprese ancora chiuse e per alcune, come le discoteche, per cui non è prevista una data per la riapertura, i ritardi stanno portando a numerosi casi di cessazione definitiva delle attività.

 

 

 

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Il Gazzettino