«Il Pd deve immaginare cosa sarà il suo futuro». Lo ha detto il premier Matteo Renzi intervenendo alla direzione Pd. «Il nostro compito sarà...
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«Non dobbiamo avere paura del confronto con le persone, rimango sorpreso da alcuni toni, inviterei tutti a vivere come maggiore leggerezza questi momenti», ha proseguito Renzi. «Di che stiamo parlando: il 59 per cento è politico, allora anche il 41. Parliamo di come è l'Italia oggi, di come immaginare futuro. Il nostro disegno è stato bocciato dagli elettori.
Dalla direzione via libera unanime, intanto, all'ordine del giorno che sostiene la scelta del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di conferire l'incarico di formare il governo a Paolo Gentiloni. Dopo il voto, senza contrari né astenuti, Matteo Renzi ha dato il via all'applauso della direzione.
Il vertice Pd è stato caratterizzato dal duro intervento della minoranza che presenterà un documento per mettere a verbale la richiesta di «discontinuità» nell'azione di governo. Gli esponenti dell'area che fa capo a Roberto Speranza e Pier Luigi Bersani assicurano il proprio sì alla fiducia al governo Gentiloni per «senso di responsabilità verso il Paese e il presidente Mattarella», ma con la richiesta di un cambiamento tangibile sulle politiche del governo.
«Davanti alle manifestazioni organizzate e agli attacchi sul web io chiedo a Matteo Renzi di dirci se non c'è più spazio nel Pd per chi ha votato no, lo si dica con chiarezza. Io penso che bisogna recuperare un pezzo di elettorato che ha votato no. Il mio seggio è a disposizione, ho già dimostrato di non essere attaccato alla poltrona ma è inimmaginabile pretendere che si rinunci alle proprie idee», ha detto Speranza in direzione. E ancora: «La realtà è sempre più forte della comunicazione e 33 milioni di italiani hanno mandato un messaggio che così non va proprio, bisogna cambiare con umiltà, cambiare rotta radicalmente. Così la sinistra non ha senso e noi non siamo più noi stessi ed il Pd è destinato a morire».
Speranza ha invitato a «vedere la rabbia, il disagio, l'inquietudine nella società» e a smettere di «mettere la testa sotto la sabbia». «Abbiamo perso in questi anni una parte del nostro popolo, che ha preso un'altra via. Nel Pd c'è stato chi ha scelto di rappresentarli. Ora non bisogna chiudersi in se stessi, non pensare che la coalizione del referendum possa essere un nuovo soggetto politico, non votarsi al suicidio. E provare a convincere almeno una parte di chi ha votato No», aggiunge Roberto Speranza, parlando nella direzione del partito. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino