Operai in nero, il Pd a Di Maio: troppe ambiguità, venga in aula

Operai in nero, il Pd a Di Maio: troppe ambiguità, venga in aula
«Di Maio non ha scampo: venga in Aula, non scappi un'altra volta». Così su Facebook il presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci. «Cambia...

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«Di Maio non ha scampo: venga in Aula, non scappi un'altra volta». Così su Facebook il presidente dei senatori del Pd Andrea Marcucci. «Cambia versione ogni giorno», sottolinea «è confuso, contraddittorio, smemorato. Purtroppo Luigi Di Maio è il ministro del lavoro e non si può permettere tutte le ambiguità che stanno venendo fuori sul suo conto e sul conto dell'impresa familiare (di cui è socio al 50%) riguardo proprio al tema del lavoro nero».


Secondo Marcucci «Cerca di scappare», ma incalza «deve venire in Parlamento a difendersi, a fornire una versione definitiva». «È acclarato - aggiunge Marcucci sulla sua pagina Facebook - che il ministro Di Maio sapeva (per sua stessa ammissione) che l'Ardima aveva cause in corso per lavoro in nero e mancati versamenti previdenziali anche quando lui era già titolare dell'impresa. Sapeva di mentire quando ha detto di aver lavorato due estati di seguito con il padre (ci ha lavorato due mesi, lui in regola, i suoi colleghi no) mentre invece lavorava in nero in una pizzeria». «Sappiamo che la ditta di famiglia era intestata alla madre di Di Maio, con il piccolo particolare che la madre è insegnante e la normativa esclude la possibilità che gli insegnanti possano svolgere la funzione di amministratori in una società. Quindi versioni contrastanti, bugie, lavoro nero, ipotesi di abuso edilizio: un carico troppo pesante per un ministro del lavoro», conclude il senatore dem. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino