«Ci sono delle regole chiare, tra cui il fatto che chi sta svolgendo un compito non può candidarsi per altro» fino alla fine del mandato. «Ma non...
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Di Maio poi torna sul caso dei 100mila euro di note spese che lo hanno visto al centro delle polemiche: «È allucinante che proprie quelle persone che incassano tutti i soldi critichino noi che li restituiamo.
Quindi attacca l'Esecutivo: la riforma è una «truffa che non farà nient'altro che togliere il diritto di voto e farà decidere il futuro di questo Paese ad un Senato non eletto da nessuno». Di Maio si dice convinto che gli italiani non crederanno al premier: «Abbiamo visto cosa è successo con la Buona scuola, ci sono buoni titoli ma poi...».
Quanto alla cena alla Casa Bianca di Matteo Renzi «è stata una mossa di teatro. Gli americani hanno sempre saputo che per tenere buona l'Italia bastava far parlare Silvio Berlusconi al Congresso e ora basta portare a cena Renzi che poi obbedisce sul Ttip, sui militari al fronte con la Russia. Io quella cena non l'avrei richiesta, avrei chiesto a Obama di prendere la quota di 10mila migranti dall'Ue». Quella cena «è stata a somma zero», attacca Di Maio che spiega come, «se avessi dovuto portare io qualcuno avrei portato i cittadini comuni, i cassintegrati, gli imprenditori», ma per «avviare un progetto economico di crescita del mio Paese». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino