Sono tre i fermi per l'omicidio di Desirée, la ragazza di 16 anni trovata morta la scorsa settimana in uno spazio occupato nel quartiere di San Lorenzo, a Roma. Due...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Lo strazio della mamma di Desirée: «Non si drogava, ma negli ultimi tempi era cambiata»
Mamadou Gara nel 2017 era stato raggiunto da provvedimento di espulsione ma si era reso irreperibile. Gli investigatori della Squadra Mobile di Roma stanno cercando almeno un'altra persona che sarebbe coinvolta nella morte della ragazza. «Farò di tutto perché i vermi colpevoli di questo orrore paghino fino in fondo, senza sconti, la loro infamia», ha twittato il ministro dell'Interno Matteo Salvini.
Il primo fermo è scattato nella tarda serata di ieri, il secondo dopo l'una di notte al termine di un interrogatorio fiume iniziato in Questura già dalla mattinata. In via di San Vitale gli inquirenti, il procuratore aggiunto Maria Monteleone, il pm Stefano Pizza e il capo della Squadra Mobile Luigi Silipo, avevano ascoltato una decina di persone, tra cui un amico e le tre amiche della ragazza che avevano passato con lei la serata. E che hanno aiutato gli investigatori a ricostruire i fatti. Ci sarebbero, inoltre, altri quattro indagati.
LEGGI ANCHE Desirée, ecco chi sono i due arrestati
Il branco avrebbe dato la droga alla ragazzina, abusando di lei quando ormai non poteva più difendersi. Dai primi esiti dell’autopsia emerge che la sedicenne potrebbe essere morta per overdose, oppure soffocata. Per avere certezze bisognerà attendere il risultato degli esami tossicologici. Desirée avrebbe perso conoscenza a causa di un mix micidiale di droghe e poi abusata per ore e più volte da più persone.
La 16enne probabilmente conosceva i suoi aguzzini ed era stata altre volte nello spazio abbandonato di via dei Lucani. Desirée dopo la separazione dei genitori era stata affidata alla nonna alla quale aveva detto di essere rimasta a dormire a Roma da un'amica. Invece, tra giovedì e venerdì notte era nell'edificio diroccato di via dei Lucani, ribattezzato dai tossicodipendenti come "la casa della droga" e abitato soprattutto da immigrati africani. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino