Città del Vaticano - I missionari comboniani bacchettano il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, dicendosi «indignati e sgomenti» per l'offesa...
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“La tragica fine della giovanissima Desirée Mariottini, trovata morta il 19 ottobre in un casolare abbandonato nel quartiere di San Lorenzo a Roma – affermano in una nota pubblicata sul sito del mensile Nigrizia -, esige che venga fatta giustizia e che i colpevoli siano presto identificati e processati. Tuttavia riteniamo perverso ogni tentativo di strumentalizzazione della sua morte, in modo specifico per attaccare gli immigrati”».
«Reputiamo l’epiteto ‘verme’ offensivo e denigratorio nei confronti della persona arrestata sulla quale si vuole insinuare che abbia una responsabilità criminale prima ancora di essere processata – sottolineano i comboniani -. Inoltre, non si può negare che l’associare la parola ‘verme’ a immigrato comporta il pericolo reale di fare emergere sentimenti di odio razziale e istigare atti di violenza verso gli stranieri nel nostro Paese, in modo particolare verso gli africani”. I missionari ricordano il brutale pestaggio a Brindisi, lo scorso 19 ottobre, di due immigrati africani per mano di due italiani e la “catena di atti di intolleranza e di violenza che sono andati moltiplicandosi negli ultimi tempi sull’onda di pronunciamenti xenofobi da parte di autorità civili ed esponenti della politica».
I missionari condividono la preoccupazione «di tanti fratelli e sorelle neri che nell’Italia di oggi si sentono più insicuri. In pubblico o per strada, temono che per il semplice fatto di avere la pelle scura possano diventare bersaglio di aggressioni razziste». I comboniani chiedono al ministro di «evitare nei suoi pronunciamenti parole che possano fomentare l’odio e la violenza razziale al fine di stemperare le tensioni sociali nel nostro Paese e non aggravare la già difficile relazione tra italiani e comunità immigrata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino