Ddl anticorruzione, maggioranza battuta: passa l'emendamento sul peculato. Ira M5S

Va "sotto" il Governo alla Camera sul ddl Anticorruzione. A sorpresa, l'Aula approva a voto segreto e contro il parere di governo e relatore, con ben 45 voti di...

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Va "sotto" il Governo alla Camera sul ddl Anticorruzione. A sorpresa, l'Aula approva a voto segreto e contro il parere di governo e relatore, con ben 45 voti di scarto (284 si, 239 no), un emendamento in materia di peculato («caro al Carroccio») sul quale Lega e M5S si erano già divisi in commissione.


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E mentre l'opposizione esulta, con i deputati di FI a urlare in Aula in coro «Libertà, Libertà!», il M5S chiede una sospensione e punta il dito sulla Lega «forti» di numerosi indizi: i deputati di Salvini non hanno applaudito il Guardasigilli Bonafede quando aveva difeso la riforma della prescrizione e durante le votazioni, anche quelle segrete, erano molti i banchi vuoti. 

Ma i leghisti si difendono, con il capogruppo Riccardo Molinari che dice «non siamo stati noi», e contrattaccano prendendosela con i cosiddetti «ortodossi», cioè con i deputati vicini al presidente della Camera che ieri erano usciti allo scoperto criticando il decreto Sicurezza. Altri, invece, sottovoce, ammettono di aver voluto dare un «segnale» ai cinquestelle anche perché alcuni parlamentari avevano avvertito prima del voto che sull'emendamento dell'ex pentastellato - ora nel Maie - Catiello Vitello «ci sarebbero state sorprese». Facendo pensare a una sorta di «agguato». 

Ma Matteo Salvini mette subito un punto: il voto in Aula è stato «assolutamente sbagliato. La posizione della Lega la stabilisce il segretario». Il provvedimento, assicura, «arriverà alla fine come concordato dalla maggioranza». Il capogruppo del M5S Francesco D'Uva però non è così ottimista e dopo il voto sbotta: «Così non si può andare avanti. Noi non salviamo i furbetti dalla galera. Chi ha votato Sì a un emendamento che va a favore dei delinquenti si sta assumendo una responsabilità enorme agli occhi dei cittadini». 

E si racconta che poco prima del voto il relatore M5S Francesco Forciniti avesse fatto «una sorta di comizio attaccando le leggi ad personam» che però erano state votate anche dalla Lega. Alzando così il livello dello scontro. A quel punto, raccontano esponenti dell'opposizione che hanno assistito alla scena, la Lega avrebbe reagito dicendo sì all'emendamento che «risolve anche alcuni problemi a esponenti come Rixi e Molinari» con il vantaggio di non metterci la faccia perché la proposta di modifica è di un ex M5s. 

E infatti dal Pd si alza un coro di critiche verso una norma che per dirla con le parole di Carmelo Miceli, «salva la Lega» da diverse vicende giudiziarie. L'emendamento, spiega lo stesso Vitiello, «prevede una forma aggravata di abuso d'ufficio laddove c'è una distrazione che non configura però peculato. Per quanto riguarda la prescrizione si applicano quindi le regole dell'abuso di ufficio». 


Ma è una norma a favore della Lega? «Se avevano un problema di questa natura se ne gioveranno come chiunque», risponde. Subito dopo il voto che ha visto la maggioranza andare sotto, intanto, la seduta viene sospesa e viene convocata la Conferenza dei Capigruppo che decide di riconvocare l'Aula domani alle 11. Si riprenderà con l'esame degli emendamenti anche se molti in FdI ipotizzano che si possa andare verso un voto di fiducia. Si taciterebbero i malumori e si potrebbe correggere il testo con un maxiemendamento.
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Il Gazzettino